Rimini, sesso con una giocatrice 13enne residente in provincia di Forlì-Cesena, l’allenatore patteggia due anni
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Ha patteggiato due anni di reclusione (pena sospesa) e 90mila euro di risarcimento l’allenatore di calcio femminile a processo per aver avuto rapporti sessuali con un’atleta di 13 anni. L’uomo, 45 anni, secondo le indagini dei carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, avrebbe avuto rapporti completi con la ragazzina prima ancora che compisse 14 anni, nelle occasioni in cui la ospitava a casa nella primavera del 2023. All’allenatore, difeso dall’avvocato Francesco Vasini, quando era emersa l’intera vicenda a fine 2023, era stata notificata l’ordinanza del divieto di avvicinamento del gip e mercoledì in udienza davanti al giudice Vinicio Cantarini si è definito il patteggiamento. Per l’uomo la pena sarà sospesa solo se frequenterà un’associazione specializzata per intraprendere uno specifico percorso di recupero.
La ragazzina residente in provincia di Forlì-Cesena, difesa dall’avvocato Tiziana Casali, era una delle atlete della squadra di calcio femminile allenata dal 45enne. Era stata la mamma a sporgere denuncia quando la figlia si era confidata con un medico che l’aveva visitata in ospedale. La ragazzina, che viveva un momento di profonda fragilità emotiva, allo specialista aveva raccontato di avere una relazione sentimentale col “mister” e di aver avuto un rapporto completo mentre era sua ospite. Relazione con un uomo molto più grande che avrebbe influito sulla psiche della giovane. Lei infatti pensava di esserne innamorata e di avere una relazione sentimentale con quell’uomo maturo, un mentore oltre che allenatore della sua squadra di calcio femminile a cui la mamma l’aveva affidata per darle una mano. Secondo il gip è stato proprio abusando della qualità di allenatore, approfittando del momento psicologico che la ragazzina stava vivendo, che l’uomo aveva carpito la fiducia della 13enne che aveva creduto di vivere una storia d’amore. Tutta la verità sui rapporti tra l’allenatore e la calciatrice di 30 anni più giovane è emersa quando la ragazzina ricoverata in Neuropsichiatria infantile, a causa di un crollo emotivo, si era rifiutata di sottoporsi ad una visita ginecologica. Con l’aiuto degli specialisti la 13enne aveva poi iniziato a raccontare cosa fosse accaduto quando aveva passato alcune notti nella casa riminese dell’allenatore con il consenso dei genitori. Racconti riscontrati anche attraverso le chat che la sorella maggiore della 13enne aveva trovato nel cellulare della ragazzina. In alcune conversazioni poi cancellate, l’uomo chiedeva alla ragazza di non raccontare nulla della loro relazione altrimenti lui sarebbe finito in carcere.