Rimini. Perseguita il parroco per farsi dare i soldi, lo stalker rischia di finire a processo

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Dopo il divieto di avvicinamento, per lui, un uomo di 39 anni dell’Est Europa, è arrivata anche la richiesta di rinvio a giudizio. Il reato di cui è accusato è quello di stalking e minaccia, ma la vittima delle sue molestie non è, come purtroppo troppo spesso accade, una donna, bensì il parroco di una chiesa non lontana dal centro storico.

Gli atti persecutori ai danni del prete, che ha più volte chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine, denunciando ai carabinieri gli episodi di stalking e e minaccia, sono iniziati alla fine del 2023, quando il 39enne rumeno ha iniziato a non essere più soddisfatto dall’aiuto, anche economico, che fino a quel momento aveva ricevuto dal parroco. Così, con fare minaccioso aveva preso a entrare in chiesa per ricaricare il cellulare, dimostrandosi sempre ostile anche nei confronti dei parrocchiani, oltre a pretendere continuamente soldi dal parroco, che non si è fatto scrupoli a minacciare di morte: “So dove abiti, ti ammazzo e te la faccio pagare”.

Le numerose denunce hanno quindi spinto il pm Luca Bertuzzi a chiedere prima l’emissione della misura cautelare del divieto di avvicinamento (con tanto di braccialetto elettronico che “suona” in caso il 39enne sia a meno di un chilometro dal religioso) e poi a firmare la richiesta di rinvio a giudizio.

Le minacce di morte

Il 39enne (un uomo senza fissa dimora, con problemi di dipendenza dall’alcol, assistito d’ufficio dall’avvocato Giordano Fabbri Varliero) inizialmente chiedeva come tanti un aiuto per mangiare o un posto dove riposare e ricaricare il cellulare, poi tra la fine del 2023 e la primavera di quest’anno le sue azioni si sono fatte più invadenti arrivando a vere e proprie minacce di morte. Una persecuzione che il sacerdote si era deciso a denunciare solo quando aveva capito che non facendolo avrebbe messo a repentaglio anche l’incolumità di tutti i parrocchiani. Inoltre il 9 dicembre del 2023 la parrocchia aveva subito il furto di un pulmino Ducato. Dalle telecamere di sorveglianza era emerso che sul luogo del furto erano stato visto il rumeno e un suo amico per cui i sospetti erano stati indirizzati verso il 39enne.

All’indomani del furto, il parroco con altri due parrocchiani avevano chiesto spiegazioni al rumeno dicendogli di non disturbare più in chiesa. Incurante della richiesta del sacerdote, il 39enne si era ripresentato altre numerose volte e un giorno di metà gennaio aveva suonato il campanello della canonica per minacciare il sacerdote. “So dove abiti ti vengo a prendere e ti ammazzo”.

Inoltre, non poche volte il rumeno aveva tentato di persuadere il parroco a rimettere le querele già sporte: richieste, a suon di minacce di morte, che però non hanno sortito l’effetto desiderato, con le denunce rimaste in pugno all’autorità giudiziaria che ora lo sta mandando a processo.

Gli insulti e le minacce si sono ripetute a scadenza regolare seguite sempre da richieste di aiuto e di soldi. Per oltre un anno almeno fino alla metà di ottobre, il rumeno ha fatto irruzione in chiesa e in canonica turbando profondamente la vita della parrocchia. Solo quando non è stato più in grado di gestire la situazione, il parroco ha sporto denuncia e da martedì sera, il 39enne non potrà più avvicinarsi.

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