Rimini. Ospitalità tutto l’anno, in otto anni strutture raddoppiate: ma non gli hotel

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Un territorio sempre più turistico quello Riminese. Con attività ricettive in deciso aumento, nonostante il periodo covid, ma con un comparto alberghiero in frenata rispetto ad un extralberghiero in forte sviluppo. E’ quanto emerge da uno studio condotto da Palazzo Garampi su dati Istat 2016-2023. Studio che evidenzia anche un’impennata di esercizi che svolgono attività per tutto l’anno e non solo stagionale: 800 nel 2016 le attività che operavano nei 12 mesi, 1.525 quelle attive nel 2023.

Ma entriamo nelle pieghe di questa analisi. «In 8 anni – commenta l’assessora all’Urbanistica, Valentina Ridolfi – abbiamo avuto un netto incremento di strutture alberghiere ed extralberghiere in tutta la provincia. E siamo passati dalle 2.727 attività del 2016 alle 4.603 del 2023: +48%. Ma se il numero degli alberghi “tradizionali” ha mostrato una piccola flessione: da 2.238 del 2016 ai 2.137 del 2023, -4,7%, ad esplodere è stato l’extralberghiero, passato da 489 attività a 1.928 nell’arco di un decennio scarso». Comune per comune, poi, possiamo vedere come in Riviera il settore extralberghiero sia cresciuto in modo esponenziale: a Rimini, da 111 attività del 2016 si è arrivati alle 484 del 2023, a Riccione da 42 a 525, a Misano da 33 a 152, a Cattolica da 25 a 175, a Bellaria da 52 a 316. Sottolinea Ridolfi: «Scattando un’istantanea della situazione attuale, la distribuzione delle strutture per classe-categoria, fa emergere a Rimini una netta prevalenza di hotel a 3 stelle: 587 nel 2023 fra tre stelle e tre stelle superior, seguiti dagli hotel a 2 stelle, 205 nel 2023, e da quelli ad 1 stella: 68. Gli alberghi 4 e 5 stelle sono 74, di cui due 5 stelle». Una situazione che conferma lo sviluppo della destagionalizzazione e quanto, questo fenomeno, incida sull’economia del territorio. «Questi numeri - conferma Ridolfi - sono indice, da una parte, dell’impatto che le infrastrutture che hanno portato alla destagionalizzazione, Fiera e Palas in testa, hanno avuto sull’aumento delle strutture ricettive annuali e, indirettamente, anche dell’evoluzione della tipologia alberghiera, partendo dal presupposto che il cosiddetto segmento “business”, a più alta capacità di spesa, richiede standard qualitativi e di servizi e ospitalità di alto livello. Se nel 2000, infatti, l’impatto percentuale degli alberghi a 1 e 2 stelle sul territorio comunale arrivava al 64% del totale, nel 2023 questo segmento è sceso al 26%. Contro un segmento 3 stelle passato, nello stesso arco temporale, dal 32 al 56% e un segmento lusso, quello dei 4 e 5 stelle, salito dal 2,3 al 7,5%. Intraprendere la strada della destagionalizzazione, dunque, si è rilevato un vantaggio per il territorio, non solo per la filiera turistica, ma per tutto il comparto che crea ricchezza e lavoro».

Insomma, quella Rimini ospitale 365 giorni l’anno pian pianino sembra prendere forma anche coi numeri. «Dobbiamo proseguire sulla strada - osserva l’assessora -, partendo dal mettere mano alla riqualificazione alberghiera in fascia turistica su cui ci stiamo concentrando come uno dei principali obiettivi di questo mandato amministrativo e che è anche un pezzo del Pug a cui stiamo lavorando. Anche perché davanti a nuovi fenomeni di ospitalità extra alberghiera e all’esplosione degli Airbnb è necessario dare nuova vita, ruolo e redditività alle strutture marginali che hanno già registrato, dagli anni novanta ad oggi, una contrazione numerica». Ma c’è un aspetto importante da considerare: lo sviluppo di un nuovo modo di fare vacanza, più esperienziale, meno legata ai mesi estivi e alla tradizionale modalità ricettiva, e più diluita durante l’anno. «In questa cornice - conclude Ridolfi - il fenomeno degli affitti brevi, che sta modificando la struttura delle città e il tessuto sociale, merita estrema attenzione per il controllo degli effetti. Occorre, quindi una legislazione nazionale che ne delimiti il perimetro e le responsabilità. Mentre a livello locale non si può prescindere dalla riqualificazione e rigenerazione delle strutture alberghiere, alzando il livello complessivo per intercettare più turisti con più alta possibilità di spesa, senza, però, rinunciare ad essere una destinazione in grado di dare una risposta a molteplici domande di turismo contemporaneo».

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