Rimini. Murale dell’uomo che allatta cancellato, il “Vikingo” Davide Fabbri a processo: “L’ho esorcizzato”

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E’ iniziato ieri mattina davanti al giudice Alessandro Capodimonte il processo per danneggiamento del murale L’uomo che allatta il bambino “esorcizzato”, come lui stesso dice, da Davide Fabbri, 58 anni di Cervia, studente di teologia. Ieri in aula si è presentato vestito di bianco con crocifisso di legno al collo. «Ma non chiamatemi prete, io sono solo un diacono». Il murale in questione è quello dal titolo “L’uomo che allatta il bambino”, opera autorizzata dal Comune di Rimini sul muro di via Girolamo Savonarola, il 4 aprile del 2023 e raffigurante un uomo, appunto, che allatta al seno un neonato.

Secondo le accuse (basate sugli accertamenti svolti dalla Digos di Rimini), Fabbri avrebbe “esorcizzato” l’opera coprendola con della vernice bianca. L’uomo che allatta il bambino era stato poi ripristinato, ma il caso era diventato nazionale dividendo l’opinione pubblica. Particolare del resto è anche il protagonista di questa vicenda che ieri al giudice ha detto di assumersi la responsabilità morale ma non materiale del danneggiamento.

Fabbri, soprannominato anche “Il Vikingo”, con alle spalle una partecipazione da concorrente dell’Isola dei famosi, difeso dall’avvocato Tiziana Teodosio, non avrebbe nella realtà alcun legame con la Chiesa, ma sarebbe solo uno studente di teologia. In apertura di udienza, ha voluto rendere una dichiarazione spontanea in cui appunto ha rivendicato la paternità morale ma non materiale del danneggiamento. Il giudice ha quindi ammesso i testimoni al processo, due per la pubblica accusa ossia un dipendente del Comune di Rimini e un agente della Digos, tre per la difesa. Fabbri e il suo legale avevano presentato una lista di 13 potenziali testi tra cui Sgarbi e Vladimir Luxuria ma il giudice ha chiesto di ridurre il numero a tre. Il processo è stato aggiornato al 9 gennaio 2025.

“Il mondo al contrario”

«La mia battaglia in tribunale sarà a testa alta, verso un mondo al contrario, che cerca di indottrinare alla violenza con “opere d’arte” finalizzate a pubblicizzare l’abuso sui più piccoli», ha scritto annunciando il processo a suo carico. Quando il murale fu distrutto, o meglio cancellato con della vernice bianca, scattò subito un’indagine da parte della Digos. Nell’area però non ci sono telecamere e identificare l’autore del danneggiamento non era stato possibile fino a quando Fabbri non si auto denunciò con una mail ai quotidiani. «Sono il diacono esorcista padre David, al secolo Davide Fabbri. Vi informo che ho cancellato io il murales in via Savonarola che raffigurava l’uomo barbuto che allattava un bambino». «La censura non ci fermerà» avevano invece risposto gli attivisti del centro sociale Grotta Rossa di cui fa parte Oliver Vicenzi, nome d’arte Kage (“ma all’anagrafe sono ancora Veronica”), autore dell’opera.

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