Rimini Minaccia la ex e la sua famiglia e fa scritte ingiuriose in strada, 20enne a processo

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  • 08 novembre 2024

Come purtroppo moltissimi uomini, non ha accettato la fine della relazione con la sua ragazza, dando sfogo alla sua ira con insulti sessisti scritti sull’asfalto davanti a casa, minacce di dare fuoco a tutto e “fare piangere” i suoi genitori, presentandosi insistentemente sul luogo di lavoro della giovane, fino prendere calci le porte e aggredire il padre di lei intervenuto in difesa della figlia. Un’autentica persecuzione che ha costretto la giovanissima vittima, di nemmeno 20 anni, a cambiare le sue abitudini per la paura di incontrare il suo ex ragazzo, italiano, poco più che ventenne.

Lo scorso luglio, dopo oltre sei mesi di minacce, appostamenti sotto casa, messaggi e tentativi di dominarla “ispirati” allo scopo di convincerla a tornare insieme a lui, la giovanissima l’ha denunciato. E adesso, dopo essere già stato colpito dal divieto di avvicinamento alla ex, per lui si è messa in moto la macchina giudiziale, con l’emissione del decreto di giudizio immediato (da parte del gip Raffaele Deflorio), come richiesto dal pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Luca Bertuzzi.

«Mi ammazzo»

Nel tentativo probabilmente di suscitare un sentimento di pietà nella ragazza, il giovane aveva addirittura minacciato di suicidarsi, a meno che lei non fosse tornata con lui. Una violenza psicologica che si è aggiunta alle innumerevoli volte in cui l’ha denigrata definendola una “poco di buono” (ovviamente usando un eufemismo) davanti ad altre persone, dopo essersi presentato sul luogo di lavoro di lei, gridando e imprecando come un pazzo. E non si è trattenuto neanche nei confronti dei genitori di lei, arrivando fino a insultare e aggredire il padre della ragazza, oltre a millantare di dare fuoco alla loro casa con la benzina, di distruggere l’auto della ex, e di “fare piangere la sua famiglia”. Non di rado, infatti, padre e madre della ragazza perseguitata sono stati costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per evitare che la situazione degenerasse.

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