Rimini. «Mi hanno rubato l’identità per evitare la multa». Un’odissea giudiziaria lunga 14 anni

Home

Gli hanno rubato l’identità trasformando la sua vita in un incubo. Fatto di multe, cartelle esattoriali, condanne penali e fermi amministrativi. Senza contare tutti i problemi personali che ne sono scaturiti a livello familiare e lavorativo. Un calvario durato quindici anni fino a quando la Corte d’Appello di Ancona lo ha assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.

Protagonista di questa vicenda surreale è Manuel Ngana Mariconce, originario dell’Angola, ma italiano a tutti gli effetti visto che abita qui dal 1989, ossia da quando aveva tre anni. Ramsy, così è conosciuto nel mondo della danza, è un ballerino e coreografo tra i più apprezzati. Ha lavorato con il comico Angelo Pintus ed è l’ideatore dei balli di Kelly Joyce, la cantante francese, riminese d’adozione, arrivata di recente seconda alla 14ª edizione del programma “Tale e quale Show” condotto da Carlo Conti.

La storia

Tutto inizia nel 2009 quando a casa di Ngana, che ora risiede a Sant’Andrea in Besanigo, arriva una cartella esattoriale di Equitalia.

«C’era una multa da pagare elevata dalla Polizia locale di Modena, città dove ho risieduto in passato, e datata 16 febbraio - racconta il ballerino -. Guardando gli estremi del verbale mi sono accorto che in realtà la targa non era la mia e neppure l’auto, lì si parlava di una Fiat Punto, io, invece, all’epoca possedevo una Citroen. Dopo pochi giorni sono venuto a sapere che quella macchina era di un’amica di mia sorella che conoscevo anche io e così le ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto che il fidanzato era stato fermato dai vigili e aveva dato le mie generalità, ma il suo indirizzo di casa».

Resosi conto della gravità del fatto, Ngana decide di andare dai Carabinieri.

«Ho denunciato il furto d’identità e, naturalmente, il ragazzo che si è spacciato per me. Credevo che la storia fosse finita lì».

L’amara scoperta

Invece, due anni fa, l’amara sorpresa.

«Ero dal commercialista insieme al mio socio con cui gestiamo una palestra a Riccione e aprendo il cassetto fiscale mi sono reso conto che non solo c’era un’altra ammenda, ma anche una condanna penale e un fermo amministrativo, con decorrenza 2019, della mia auto. Il tutto perché non mi ero presentato al processo, ma a casa mia non è mai arrivata nessuna comunicazione. A quel punto sono iniziati i problemi, in famiglia e sul lavoro perché senza auto ho dovuto rinunciare a tanti ingaggi. Sono stato costretto a rivolgermi a un avvocato e, finalmente, a fine 2024, la Corte d’Appello di Ancona mi ha prosciolto da ogni accusa. Ancora oggi, però, faccio fatica a rendermi conto come tutto questo possa essere successo. È davvero così facile rubare l’identità di una persona?».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui