Rimini. Medico accusato di violenza sessuale, potrà tornare ad esercitare la professione

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Il sostituto procuratore Davide Ercolani ha chiesto la revoca della misura interdittiva della professione a cui un medico, indagato per violenza sessuale nei confronti di una paziente disabile, era sottoposto dallo scorso ottobre. Richiesta che il gip Vinicio Cantarini ha accolto ieri mattina in virtù anche delle conclusioni della consulenza tecnica affidata alla dottoressa Monia Vagni, psicologa e psicoterapeuta incaricata di esaminare la parte offesa per stabilire se la ragazza fosse in grado di esprimersi nel corso di un processo e ribadire quanto sostenuto nei confronti del proprio medico.

La consulente del gip ha infatti periziato che la ragazza è affetta da un ritardo neurologico tale per cui si esclude che possa testimoniare. Inoltre la consulente ha chiaramente concluso che durante la perizia medico legale non è stato possibile indagare sul ricordo degli ipotetici abusi subiti. La stessa consulente però ha spiegato che all’epoca del primo esame medico effettuato per conto della Procura della Repubblica dalla dottoressa Cinzia Cavalli, la ragazza era stata molto più lucida sia nelle espressioni che nei ricordi. Condizione clinica che si sarebbe aggravata nel giro di pochi mesi rendendola quindi non idonea alla testimonianza. Sulle sue parole però si era basata gran parte dell’indagine che in ottobre aveva portato i carabinieri di Bellaria Igea Marina a notificare al medico l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

Secondo le indagini, per due anni avrebbe abusato sessualmente di una paziente con gravi deficit mentali mentre era ricoverata in una struttura sanitaria per le lungodegenze. Dal 2021 fino all’estate del 2023, il medico avrebbe avuto rapporti sessuali con la paziente, giovane di 33 anni affetta da disabilità mentale e fisica.

Difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù il medico, 67 anni originario di Bologna, in servizio presso la struttura dove potrà, centro di riabilitazione privato accreditato dal servizio sanitario regionale, si era sempre detto estraneo alle accuse e aveva spiegato in sede di interrogatorio come il suo lavoro nella struttura fosse al di sopra di ogni sospetto. La vicenda però era emersa proprio quando la ragazza era stat trasferita in un’altra struttura per una questione medica e aveva iniziato a raccontare delle visite serali che riceveva dal medico. I racconti della paziente erano stati presi molto sul serio dai sanitari della nuova struttura e quando la ragazza era stata dimessa completamente la mamma aveva presentato una formale denuncia nei confronti del medico. Ai carabinieri la madre aveva raccontato quanto riferito dalla figlia con il candore di una bambina piccola e nel febbraio del 2024 la Procura aveva disposto una perizia psichiatrica nei confronti delle 33enne, perizia che a causa dell’aggravarsi della paziente non è stata confermata dalla consulente del gip.

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