Rimini. Ladro seriale fa “spesa” nel residence, smascherato dal proprietario sceriffo

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Ripetute incursioni nel suo residence facevano sparire nel nulla gli oggetti più disparati. Lenzuola, coperte, pentole e posate (tutte nuove di pacca, ancora imballate) fino a condizionatori e altri apparecchi di elettronica, anche molto voluminosi. Ma lui, Diego Nanni, bagnino e proprietario di un residence a Miramare, non si è dato per sconfitto. Ha rafforzato il sistema di videosorveglianza interno alla struttura ricettiva e si è posizionato davanti al monitor che riceve le immagini registrate dalle telecamere. «Ho tenuto tutto acceso anche mentre avevo amici a cena - racconta il riminese -. Mi ero messo in testa che non mi sarei schiodato dallo schermo finché non lo avrei beccato sul fatto». Identificato il ladro senza troppa fatica, Nanni si è quindi dedicato al “piano di cattura” per alcune settimane. Fino a quando, venerdì a mezzogiorno, non è riuscito a immortalare il ladro e a chiamare la polizia che lo ha fermato a pochi metri dal residence mentre si allontanava in bicicletta con un piede di porco lungo più di un metro e mezzo. In realtà, nella sua ultima “capatina” in residence il malintenzionato non è riuscito a rubare nulla, ma questo perché, sottolinea Nanni, «avevo bloccato il portone da cui sapevo che sarebbe passato. Lui se ne era accorto, infatti aveva portato con sé tutta l’attrezzatura per lo scasso, ma non è riuscito ad aprire il portone perché io l’avevo bloccato in un modo che rendeva impossibile forzarlo».

Il “sopralluogo”

Tra le prove principali che il riminese si è procurato contro il malvivente ci sono i fotogrammi che lo inquadrano muoversi di soppiatto nel garage e nella rimessa del residence, con gli stessi vestiti che indossava venerdì, quando è stato fermato e denunciato dalla polizia di Stato. Nei guai è finito un uomo italiano di circa 45 anni (probabilmente senza fissa dimora), che Nanni ha riconosciuto essere la persona che il 30 ottobre si era presentata al residence chiedendo informazioni per acquistare un appartamento. «Con questa scusa - spiega Nanni - ha fatto un bel giro dentro i locali. Un sopralluogo che gli è servito i giorni successivi per puntare la merce che poi ha portato via, come se si trovasse in un suo “personale Unieuro”. L’ho visto anche fare le foto agli oggetti che poi sono spariti».

Come al supermercato

Le immagini in possesso del riminese attestano quattro incursioni dall’inizio di novembre fino all’altro ieri, ma Nanni è convinto che nella realtà siano state molte di più, «perché di cose svanite nel nulla ne contiamo davvero tante». Senza un eccessivo sforzo di immaginazione è facile capire che furti così “sui generis” siano stati perpetrati con l’obiettivo di procurarsi materiale da rivendere. Niente soldi, infatti: il bottino del “topo da residence” è tutto costituito dall’attrezzatura per le camere, tra cui appunto anche due split di condizionatori da installare e un impianto di ventilazione esterno. Merce che il ladro è riuscito a prelevare, secondo Nanni, «approfittando del via vai di persone al residence, che non essendo un hotel è sprovvisto di una reception e di un controllo degli ingressi».

Ora, smascherato il “Robin Hood della rivendita”, all’albergatore non resta che attendere che la giustizia faccia il suo corso. «Ringrazio la celerità con cui la polizia è intervenuta venerdì, la loro rapidità d’azione e il supporto che ci hanno dato». L’unico appunto, aggiunge Nanni, è quello di una maggiore attenzione al territorio. «Serve un presidio maggiore - rimarca, rilanciando una richiesta avanzata già molte volte dalle categorie economiche della zona sud di Rimini - solo così possiamo arginare i fenomeni di degrado che qui dilagano».

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