Rimini. Indotto del settore auto, sono 400 i lavoratori in cassa integrazione

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La crisi dell’automotive colpisce duramente l’Italia. Con forti ricadute nella parte nord dell’Emilia Romagna. E perfino nel Riminese. «Nonostante in provincia non ci siano aziende del comparto dell’auto, le ripercussioni di quello che sta accadendo in Europa si sentono anche qui da noi. In particolare nelle ditte dell’indotto, che producono ingranaggi, pompe, componenti elettriche, gruppi ottici per veicoli e camion».

Daniele Baiesi, segretario Fiom-Cgil Rimini, esprime forte preoccupazione per il futuro del settore metalmeccanico. E lo fa sulla scorta delle vertenze aperte in questo periodo in tutto il Paese e, soprattutto, delle ore di cassa integrazione che pesano sul territorio provinciale. «Prima di soffermarci sulla situazione complessiva del manifatturiero - precisa Baiesi -, è bene evidenziare che tra le aziende che producono materiali riconducibili al comparto dell’auto, quelle dell’indotto per capirci meglio, ne abbiamo 4 con proceduta di cassa integrazione aperta, per 400 dipendenti circa: 3 con ammortizzatori sociali avviati già da diversi mesi, una con la cassa iniziata da un paio di settimane».

E tutto questo davanti ad un quadro fosco per il Riminese - il monte ore di cassa integrazione è più che raddoppiato in un solo anno - e decisamente nero per l’Italia. Puntualizza il segretario Fiom-Cgil: «Intanto, non va dimenticato che solo l’automotive, in tutto il Paese, assorbe 20mila addetti, sui quali pesa una congiuntura carica di incertezze, tra Stellantis, Volkswagen, Bmw. Una congiuntura allarmante di fronte alla quale, però, il governo Meloni non solo non ha fatto e non sta facendo nulla a livello di politiche industriali, ma ha pensato bene di cancellare in finanziaria gli investimenti previsti. Qualcosa come 4,6 miliardi di euro finiti in altri settori». E, aggiunge Baiesi, «con picchi di crisi che, nel Riminese, stiamo toccando con mano».

E quando parla di picchi di crisi, il rappresentante della Federazione degli operai metalmeccanici che fa capo alla Cgil, intende le ore di cassa integrazione attivate dalle aziende della riviera e dell’entroterra. «In soli nove mesi - osserva Baiesi - le ore di cassa richieste e ottenute dalle aziende riminesi sono aumentate dell’81,9%. Ovvero 5.151.279 ore dal gennaio al settembre 2024, contro le 2.832.642 ore dello stesso periodo 2023. Per un impoverimento costante del tessuto produttivo che è andato avanti per tutto l’arco dell’anno». E che erode la forte potenzialità delle 2.446 aziende industriali e delle 850 aziende artigianali operative in tutta la provincia, che danno lavoro rispettivamente a 14mila e a 4mila addetti. Una crisi che, secondo dati Camera di commercio Romagna, nel secondo trimestre del 2024 aveva già ridotto del 2% la produzione industriale e provocato una discesa dei fatturati e degli ordini esteri rispettivamente del -11,9% e del -10,7% nei primi tre mesi dell’anno.

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