Rimini. «Il carabiniere e la moglie sono innocenti. La colpa? Conoscere uno dei rapinatori»

Home

«Il carabiniere e la moglie rigettano ogni addebito: non hanno nulla a che vedere con la vicenda».

A parlare è l’avvocato Nicolas Roger Jean Cicchini, iscritto al foro di Milano, con studio anche nella città di Rimini. La tesi del difensore dei coniugi (uno in carcere, l’altra ai domiciliari) è che entrambi sono stati «invischiati a loro insaputa in questa terribile vicenda a causa della conoscenza, da parte del marito, di uno degli albanesi coinvolti».

Il militare, infatti, avrebbe conosciuto uno dei membri della banda di ladri professionisti nel negozio di fruttivendolo in cui lavora. Lì, tra una spesa e l’altra, avrebbero fatto conoscenza, parlando del più e del meno, e anche della «passione da parte di entrambi degli orologi di lusso, facendo magari commenti su chi possedeva cosa. Non certo un invito o un’indicazione per mettere un colpo a segno».

Secondo l’avvocato il 60enne, originario di Catanzaro ma da anni residente a Rimini, sarebbe estraneo ai fatti contestati.

«E’ tutto basato sulle interpretazioni fatte dalla polizia giudiziaria delle intercettazioni. Il carabiniere addirittura viene chiamato “maresciallo”, quando lui è solo appuntato, non maresciallo». «Io lo conosco da tempo - aggiunge - sono convinto della sua buona fede e della sua estraneità ai fatti: dalle intercettazioni non si evince il suo coinvolgimento».

Nemmeno il movente economico, secondo il difensore, avrebbe alcuna credibilità. «Tra quattro mesi sarebbe andato in pensione, avrebbe ricevuto anche il tfr. Perché avrebbe dovuto rischiare tutto per qualche migliaia di euro? (4mila quelli che secondo le indagini spettavano al “maresciallo” per la collaborazione nella rapina, ndr) ».

«Il mio assistito - conclude - ha sempre svolto onestamente la sua attività. Ritengo che avremo modo di chiarire la posizione. Non c’è traccia del fatto che abbia svolto materialmente la rapina o che abbia organizzato le azioni criminali».

Per quanto riguarda la moglie, che descrive come una donna «distrutta dalla notizia, a cui non è rimasto che piangere», Cicchini è ancora più tranchant. «Non sarebbe assolutamente in grado di ordire un piano criminale di questo tipo. E’ già molto provata da alcune vicende private che l’hanno scossa enormemente».

La ricostruzione degli inquirenti

Di segno completamente opposto la ricostruzione effettuata dal pm Davide Ercolani e dagli investigatori. Secondo quanto emerso, il 60enne avrebbe dato informazioni utili agli albanesi sugli spostamenti di un amico rapinato del suo Rolex Daytona da 45mila euro, Il ruolo del carabiniere sarebbe emerso nel corso delle intercettazioni di 5 soggetti autori della rapina consumatasi il 4 agosto. A conclusione di complesse indagini, sono stati poi identificati i presunti complici: un terzo cittadino albanese, il carabiniere e la moglie. Secondo le indagini proprio il militare con la consorte avevano organizzato la rapina in danno di un amico col quale l’appuntato aveva trascorso la serata. Mentre era col conoscente, il carabiniere avrebbe informato gli albanesi degli spostamenti fornendo i dettagli necessari sulla vittima.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui