Rimini. «Azzardo, sempre più un gioco da anziani. Così i pensionati polverizzano i risparmi»
«Solitudine e noia, cosí i pensionati si giocano i risparmi di una vita ». A restare invischiati nelle maglie della ludopatia è un numero sempre maggiore di nonni. Ne parliamo con Elisa Zamagni e la collega Michela Muccioli, entrambe psicologhe psicoterapeute dell’Unità operativa Ausl Romagna
Quanti over 65 hanno chiesto aiuto nel 2023? E quest’anno?
«Nel 2023 i giocatori over 65 che si sono rivolti al nostro servizio sono stati il 7,4% del totale. Una percentuale, che è salita al 10,3% nel 2024, sebbene il fenomeno resti ancora sommerso. Tradotto? I giocatori che chiedono aiuto sono ancora pochi, sebbene in aumento. Il gioco d’azzardo è un’attività del tutto legale, socialmente accettabile e proposta con sempre maggior insistenza in tanti luoghi disseminati sul territorio che attraggono offrendo pasti e bevande gratis. Gli anziani, una volta raggiunto il pensionamento sono tagliati fuori dal processo produttivo, sono troppo spesso soli, lontani dai figli e vanno in cerca di nuovi equilibri. Combattono contro gli spettri della depressione e delle malattie croniche, inseguendo qualcosa che possa dare un senso alle giornate, che li distragga, che li faccia sentire ancora vivi, che regali loro delle emozioni. Gli over 65 sono persone che con molta vergogna vengono ai nostri servizi: spesso sono sposati, con figli e nipoti e questo li espone ad un giudizio che temono».
I giochi preferiti?
«In testa c’è il gratta e vinci, ma si sviluppano dipendenze anche con slot machine e videolottery. Spesso per giocare si recano in luoghi fisici come bar, tabaccheria o sale gioco, che diventano per loro anche spazi di aggregazione, mentre è più difficile che diventino dipendenti dai giochi online, anche per la scarsa conoscenza degli strumenti digitali».
A quanto ammontano le perdite più gravi?
«In alcuni casi, oltre alla pensione mensile, vengono polverizzati i risparmi di una vita. Gli anziani con gioco d’azzardo patologico presentano anche tante altre fragilità, in primis quelle sanitarie e psichiche, che gravano anche su tutta la sua famiglia».
Come si corre ai ripari?
«Segnali d’allarme da considerare, oltre agli ammanchi di denaro, sono anche cambiamenti nelle abitudini e nei comportamenti, nonchè oscillazioni d’umore. Occorre dunque chiedere aiuto e affidarsi ai servizi. Il nostro servizio è molto impegnato sul versante della prevenzione, anche in collaborazione con i comuni del Distretto sperimentando anche progetti innovativi. Il “tempo è denaro” consiste ad esempio in un’unità mobile, che si sposta tra i principali luoghi di gioco d’azzardo, con a bordo operatori specializzati in grado di fornire supporto ai giocatori e di aiutarli a gestire il tempo di gioco e la quantità di denaro speso. L’iniziativa si inserisce tra le azioni volte a prevenire e ridurre situazioni croniche di dipendenza da gioco, attraverso l’utilizzo di postazioni mobili e di un avvicinamento ai luoghi di gioco, che forniscano ai giocatori occasioni di riflessione critica rispetto ai propri comportamenti, favorendo una richiesta d’aiuto, limitando il danno e contenendo i rischi di sviluppare un gioco d’azzardo patologico. Non a caso “Vuoi un aiuto per giocare in modo consapevole?” è lo slogan che l’accompagna».
Per quali motivi, gli over 65 si appassionano al gioco?
«Solitudine e noia sono spesso riportati come motivi che spingono al gioco le persone che si trovano in questa fascia d’età. Quest’età è un periodo molto delicato del ciclo vitale, poichè spesso ci si trova a dover fronteggiare importanti cambiamenti come la pensione, la perdita di persone care o il sopraggiungere di alcune patologie croniche. Tutto questo può rappresentare un rischio per lo sviluppo del comportamento di gioco patologico. Va inoltre considerato il fattore “ambientale” del fenomeno: i giochi d’azzardo sono sempre più accessibili in bar, tabacchi e sale gioco aperte per oltre 15 ore al giorno. Con un’offerta così vasta e radicata sul territorio il gioco d’azzardo è sempre più un gioco da “anziani”».