Rimini. Ragazzino annegato, l’educatrice indagata per omicidio colposo. Disposta perizia sullo stato del mare
è indagata per omicidio colposo l’educatrice di 25 anni alla quale era stato affidato dai genitori il 13enne annegato a Miramare lo scorso agosto. Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha dato incarico ad un perito per verificare le condizioni del mare, del fondale e quindi della sicurezza del litorale in quella particolare giornata in cui si era verificato il decesso del ragazzino trascinato per quasi un’ora dalla corrente. Nella zona dove sarebbe avvenuto l’annegamento, comunque, è già stato effettuato un sopralluogo nell’immediatezza dei fatti ed è già agli atti il dato secondo cui quel giorno, il 22 agosto, c’era bandiera rossa ad indicare pericolo in acqua. Stando a quanto ricostruito la giovane, una delle educatrici di un gruppo di 24 ragazzi adolescenti provenienti dalla Polonia per un periodo di vacanze, era in mare col 13enne quando questo era scomparso. I ragazzi si trovavano allo stabilimento 86 ed erano stati divisi in due gruppi tra coloro che avrebbero fatto il bagno e quelli invece che sarebbero rimasti in spiaggia. Il marinaio di salvataggio del bagno 86 quella mattina intorno alle 10.20 era dovuto uscire per recuperare uno degli adolescenti del primo gruppo che si trovava in acqua con l’educatrice 25enne ed era andato in difficoltà a causa della corrente. Una volta tornati tutti a riva, l’educatrice era andata a fare il bagno con i ragazzi del secondo gruppo. Solo quando era ritornata a riva aveva notato un paio di ciabatte lasciate sulla battigia e aveva capito che uno dei ragazzini era sparito. Era scattata così una ricerca spasmodica con annunci continui della Publiphono e degli stessi carabinieri di Miramare. Almeno fino alle 12.45 quando la terribile realtà si era palesata sotto gli occhi di un turista del bagno 92. Steso sul lettino a prendere il sole, guardando verso il mare, ad un certo punto, aveva visto il corpo del ragazzino emergere dalle onde. Sul posto erano intervenuti la capitaneria di porto per le indagini sulla dinamica dell’incidente e i carabinieri. Il 13enne era già deceduto quando era stato recuperato allo stabilimento 91-92 perché era stato trascinato per almeno un’ora dalla corrente. La perizia della Procura della Repubblica dovrà stabilire quali erano le condizioni del mare quel giorno, importanti per capire perché nonostante la bandiera rossa e l’avvertimento del salvataggio l’educatrice fosse tornata in acqua con il secondo gruppo di ragazzini. Un’imprudenza dovuta probabilmente all’inesperienza della giovane.