Per Cristina Golinucci nuovo esposto in procura: ex “fiamma” mai ascoltato in 32 anni di indagini

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  • 13 settembre 2024

C’era un’altra persona ad attendere con un’auto rossa nel parcheggio del convento Cristina Golinucci il giorno in cui è scomparsa? Una persona che si aggiunge alla tante che nel tempo si è ipotizzato potessero averla avvicinata o vista? Perché nessuno in 32 anni di ricerche non ha ascoltato quella che potrebbe essere una testimonianza importantissima? Come quella (in tutti i casi di scomparsa o di femminicidio) di un ex fidanzato della vittima?

Sono domande chiave insite in un nuovo esposto presentato in queste ore alla Procura della Repubblica di Forlì ed indirizzato (per attuale competenza) al pm Laura Brunelli. Una decina di pagine di ricostruzione meticolosa degli eventi avvenuti prima della comparsa della 21enne di Ronta che il regista teatrale, scrittore ed autore cesenate Giacomo Garaffoni, ha protocollato in queste ore tramite il suo avvocato Ilaria Abbondanza.

La persona che non è mai stata chiamata a dare un proprio contributo conoscitivo alle ricerche di Cristina non è il suo fidanzato di allora, Augusto Lucchi, che non si è mai sottratto alle richieste di investigatori ed inquirenti; ma si tratta di un altro cesenate, oggi ultra cinquantenne residente alle Vigne, che era stato sentimentalmente vicino a Cristina prima di Lucchi e che è stato molto presente nella vita di Cristina fino ai giorni della sua scomparsa.

«Ho lavorato a lungo sugli atti del caso Golinucci - spiega Giacomo Garaffoni - per mettere in scena “Voglio soltanto le ossa” lo spettacolo andato anche sul palco del Bonci sulla vicenda di Cristina e sulla richiesta da sempre fatta da sua madre Marisa: riavere, se non la verità su quanto le sia successo, almeno i resti della figlia su cui poter piangere. L’esposto protocollato nasce da un riesame minuzioso di tutte le carte che hanno caratterizzato il caso Golinucci fino a prima di quest’ultima indagine. Mi serviva sapere tutto perché con lo stesso titolo dell’opera teatrale presto concluderò ed in futuro verrà stampato un nuovo romanzo che sto per terminare: romanzo che naturalmente poggia sulla storia della vita e della scomparsa di Cristina Golinucci».

La folgorazione, gli studi e la necessità di esporre agli investigatori, per Garaffoni hanno preso vita quasi per caso. «Si parlava in modo ricorrente negli atti della presenza nel parcheggio di una vettura di colore rosso. Cosa emersa anche in quest’ultima inchiesta al pari del ruolo avuto e presunto nella vicenda di padre Renato. In quei giorni il faldone con tutti gli atti mi era scivolato a terra e in evidenza sul pavimento di fogli alla rinfusa è emersa una foto contenuta agli atti. Una immagine con una vettura rossa ed il suo proprietario: un allora giovane ragazzo cesenate che sul retro aveva scritto a Cristina la parola “Immagina” seguita da punti esclamativi. Una foto che era tra le cose contenute nel diario di Cristina Golinucci».

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La caccia a chi fosse questa persona per Garaffoni è stata lunga. Si trattava, si potrebbe definire, del “penultimo fidanzato” di Cristina. Una persona che, è emerso nel tempo, essere ancora costantemente al suo fianco nelle settimane e nei giorni della scomparsa. Frequentavano lo stesso gruppo di preghiera del sabato al convento dei Cappuccini. Era presente al campo scuola di Lavarone da cui Cristina era appena tornata prima di scomparire. E aveva avuto con Cristina anche una fitta corrispondenza epistolare, proseguita negli anni anche dopo che si “erano lasciati”. Tanto, si evince dai dialoghi e dagli scritti di Cristina Golinucci avuti con le amiche, da essere una presenza costante nella sua vita malgrado il giovane all’epoca studiasse a Bologna. Al punto che Cristina aveva in quel periodo per un po’ anche messo in discussione con se stessa e con le amiche di voler continuare il rapporto con il suo fidanzato di allora per ripensare alla figura del precedente ragazzo. «Di fatto la giovane in quei giorni giorni aveva definitivamente deciso, dichiarandolo anche alle sue amiche, di voler restare a fianco di Augusto. Ma sono i giorni in cui Cristina Golinucci scompare dal parcheggio del convento dei frati cappuccini, dove era attesa e dove probabilmente qualcuno l’ha portata via con sé prima dell’appuntamento con padre Lino».

Tra le tesi da sempre battute c’è che la morte di Cristina Golinucci non sia avvenuta nel parcheggio. Ma che la ragazza dopo aver posteggiato sia salita in auto con qualcuno. Un qualcuno che per avere la sua fiducia doveva per forza conoscere bene e da tanto tempo. L’ex fidanzato di Cristina aveva una vettura di quel colore rosso, più volte citata negli atti come tra le presenti nel parcheggio. La conosceva a sufficienza perché Cristina potesse fidarsi e salire in auto con lui. Ma anche senza voler fare voli pindarici su un suo ruolo attivo nella vicenda (accuse nel nuovo esposto naturalmente non ce ne sono contro nessuno) si tratta comunque di un cesenate che era vicinissimo alla Golinucci all’epoca in cui è scomparsa. E che ad oggi, 32 anni dopo la sua sparizione, di fatto nessuno tra investigatori ed inquirenti ha mai ascoltato.

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