Lugo. Mano sotto il vestito della collega. Educatore dei Servizi sociali nei guai

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Paralizzata, impietrita, come congelata da un apparente gesto di conforto: una mano sulla spalla, scesa fino alla gamba e allungata fin sotto il vestito. Si chiama in gergo “freezing”, congelamento appunto, ed è la reazione avuta da un’assistente sociale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna nel subire una molestia sessuale da parte di un collega, a sua volta educatore dei Servizi sociali. L’uomo, 49enne residente a Massa Lombarda, deve rispondere di violenza sessuale aggravata e proprio ieri è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare Corrado Schiaretti.

I fatti risalgono al 16 giugno dell’anno scorso. La vittima, all’epoca 39enne, era al telefono con un utente del servizio. Stando alle accuse formulate dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, era impegnata in una conversazione impegnativa. Il collega, vedendola provata, si è avvicinato; proprio questo aspetto si è tradotto nelle contestate aggravanti di avere approfittato di circostanze di tempo, luogo e abuso delle relazioni d’ufficio, oltre al fatto di averla sorpresa durante una telefonata di lavoro. Dopo essersi seduto accanto a lei, si sarebbe sporto appoggiandole una mano sulla spalla sinistra per poi farla scendere lungo il braccio. Poteva sembrare un gesto di conforto; invece il movimento, anziché salire, sarebbe proseguito fino alla gamba trasformandosi in carezze dalla coscia al ginocchio. La donna indossava un vestito, e l’educatore avrebbe colto l’occasione per tentare di insinuarsi verso la biancheria intima. Solo a quel punto quella sensazione di paralisi si è risolta con la reazione della 39enne; troncando la telefonata, si è alzata dalla sedia allontanandosi repentinamente.

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