Rimini. L’influenza ha raggiunto il picco, a Rimini un terzo dei casi della Romagna

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Febbre, tosse, raffreddore. Sono i sintomi dell’influenza, che nella scorsa settimana (20-25 gennaio) ha raggiunto il suo picco. Con 92 casi registrati nei pronto soccorso degli ospedali riminesi e 276 in tutta la Romagna. «Su 813 tamponi effettuati, da lunedì a sabato, ad altrettanti pazienti giunti nei vari ospedali della Romagna con sintomi da raffreddamento – spiega Carlo Biagetti, direttore Malattie infettive dell’Ausl Romagna – il 34% è risultato positivo al virus dell’influenza, il 4% al covid e un altro 4% al virus respiratorio sinciziale. Circa 280 casi influenzali, quindi, che rappresentano l’incidenza massima mai toccata quest’anno: nelle settimane precedenti, infatti, ci eravamo assestati su un 23% di positività. Per quanto riguarda Rimini, poi, possiamo parlare di un terzo dei casi registrati: circa una novantina quindi».

E così, come preannunciato nei mesi precedenti, arrivato gennaio l’influenza ha toccato il suo picco. «Anche se - precisa Biagetti - quest’anno la grande ondata è giunta un po’ in ritardo rispetto allo stesso periodo del 2024». E adesso cosa succede? I casi inizieranno a scendere? «E’ sempre così – conferma il direttore dell’Unità malattie infettive dell’Ausl Romagna -: una volta raggiunto il picco, la curva d’incidenza comincia a calare. Ma, attenzione, non sarà una discesa ripida, ma lenta. Per cui, in questa settimana, così come nelle prossime due, tre, potremo registrare ancora centinaia di casi d’influenza». E c’è chi è stato addirittura ricoverato per la virulenza del virus. «Nel Riminese – puntualizza Biagetti – sempre dal 20 al 25 gennaio, i ricoveri sono stati una quindicina, 48 in tutta la Romagna: quasi il doppio di quelli registrati nelle settimane precedenti». Lo scorso anno, secondo dati dell’Unità operativa Igiene e Sanità pubblica di Rimini, i ricoveri negli ospedali della provincia, dal novembre 2023 al marzo 2024, furono complessivamente 270.

E qui subentra il vaccino, l’unica arma in grado di prevenire il diffondersi del virus e proteggere il malato da gravi conseguenze. Vaccinazione che a Rimini, a metà novembre 2024, ad un mese dall’inizio della campagna vaccinale, aveva raggiunto una copertura di appena il 22% degli over 65enni. «E’ bene ricordare che il vaccino è fondamentale per allontanare il pericolo delle polmoniti o delle malattie cardiovascolari – conclude Biagetti -: rischio che, negli immunizzati, cala per almeno il 30%. Mentre tra i non vaccinati, con patologie cardiovascolari pregresse, la possibilità di infarto o di ictus aumenta di ben sei volte».

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