Intervista al virologo Giacomo Gorini: «Nel 2025 attenzione all’influenza aviaria»

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«Il nuovo anno? Occhio all’influenza aviaria». A fare il punto, una volta archiviato il 2024, è Giacomo Gorini, virologo riminese tra i padri del vaccino contro il Covid, Astrazeneca.

Gorini, ci sono novità riguardo allo studio che sta conducendo presso l’università di Oxford e che mira all’identificazione di nuovi farmaci contro tumori, malattie croniche e non solo?

«Il progetto, che è iniziato sei mesi fa, registra più di un passo avanti. La strada, quindi, resta lunga e difficile ma si è accorciata un po’. Intanto, presso il dipartimento di Biochimica di Oxford, dove conduco da solo le sperimentazioni, ricevo grande solidarietà da parte degli altri studiosi. Il fatto che io abbia ottenuto un finanziamento, a partire da una mia idea, mi rende molto apprezzato nell’ambiente accademico. Detto questo, gli investitori inglesi hanno investito in me prima ancora che nel mio progetto».

Quali le tempistiche?

«Entro il 2025 mi giocherò tutto e già nella prossima estate incontrerò gli investitori, a un anno esatto dall’inizio della progettazione, per valutare i risultati e, di conseguenza, se sia il caso di proseguire. Un rischio altissimo, non lo nego, ma quando il gioco si fa duro (sorride)... i duri cominciano a giocare».

Prova mai nostalgia per Rimini?

«Ho trascorso le vacanze natalizie a casa e devo riconoscere che lo stile di vita romagnolo è molto comodo ma a Rimini manca una sfida che qui, oltremanica, c’è. In definitiva io sono portato sia per il rischio che per le cose difficili. Una caratteristica che mi connota dopo l’incontro con mentori del calibro del neurologo Antonello Bonci (che, tra l’altro, per 10 anni è stato direttore dell’istituto Nazionale per Io studio delle droghe d’abuso presso il Dipartimento Nazionale di Sanità Pubblica degli Stati Uniti, ndr). Avevo appena 16 anni quando l’ho contattato scrivendo “Voglio diventare scienziato: come facciamo?”. In Italia non è ancora evidente che si può fare business anche tramite le tecnologie. Un connubio, questo, che permette di esprimere a 360 gradi le proprie capacità, ma anche un viaggio dentro se stessi per trovare sempre la motivazione necessaria per andare avanti».

Il 2024 ha segnato l’impennata del morbillo in Europa. Perché?

«Sono calate le vaccinazioni, sia perché i lockdown hanno fatto saltare varie sedute vaccinali sia per la diffusa disaffezione ai vaccini registrata dopo la pandemia. Per contrastare il morbillo che è estremamente contagioso serve, invece, una copertura della popolazione almeno al 95%. Vaccinarsi, lo ricordo, significa tutelare anche i più fragili, in questo caso i bambini, scongiurando il rischio di ospedalizzazioni e di problemi a lungo termine».

Cosa ci aspetta, quanto a virus, per il 2025?

«Le autorità devono tenere d’occhio e monitorare l’influenza aviaria che, al momento non si diffonde ancora da uomo a uomo. Più possibilità avrà il virus di replicare, più si rischia il contagio tra esseri umani. Al contrario i virus vanno stroncati sul nascere giocando d’anticipo. Quando cominciamo a aver sentore del problema, è già troppo tardi».

Consigli?

«Non bere latte crudo (eventuale vettore di diffusione del virus, ndr) e stare lontano dai volatili».

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