Emilia-Romagna, Fratelli d’Italia chiede verifiche ai ministeri sulla manovra di De Pascale per la sanità

BOLOGNA. A Fratelli d’Italia i conti non tornano e il partito di Giorgia Meloni ora chiede “verifiche” ai ministeri sulla manovra per la sanità messa in campo dalla giunta de Pascale e approvata la settimana scorsa. Una amministrazione, mette in chiaro la capogruppo Fdi in Regione Marta Evangelisti, «che ci fa rimpiangere il peggior Bonaccini. Per Evangelisti “è doveroso coinvolgere non solo il ministero della Sanità ma anche quello delle Finanze. Questo è un ragionamento che stiamo facendo con tutto il centrodestra. Chiediamo una analisi dettagliata dei costi, vogliamo sapere se la situazione è migliorabile o serve una due diligence. L’importante sarebbe ammettere il problema».
Oggi i consiglieri regionali Fdi hanno presentato intanto il loro report agli organi di informazioni. Al centro ci sono in particolare l’introduzione del ticket farmaceutico e i costi dei Cau. Dal pagamento di 2,20 euro sui farmaci con ricetta la Regione Emilia-Romagna si aspetta di incamerare 50 milioni di euro già quest’anno. Ma Fdi teme che questo non avverrà. Per molti farmaci da banco, infatti, svanirà la convenienza di passare attraverso il medico di base. «La maggior parte dei farmaci di banco costano quattro o cinque euro. Succederà che per risparmiare solo qualche euro i cittadini non si rivolgeranno più al proprio medico per avere la ricetta, rischiando un progressivo allontanamento dal sistema sanitario», afferma il medico e consigliere Fdi Nicola Marcello, che evidenzia anche l’ingrato compito assegnato ai farmacisti «gabellieri che verranno odiati dai cittadini». Molti cittadini, dunque, «non useranno la ricetta rossa, ma quella mancata entrata è stata considerata?», si chiede l’ex relatore di minoranza al bilancio Francesco Sassone, altro eletto Fdi in Regione. Altra “cosa grave”, evidenziata dal meloniano, «è che stata eliminata, facendola passare sotto silenzio, l’esenzione sulle prime visite per chi ha almeno due figli a carico, limitata ora ai figli sotto i 14 anni di età».
Anche Priamo Bocchi, altro relatore sul bilancio, parla di una introduzione del ticket «raffazzonata e confusionaria, fatta senza una riforma sistemica della nostra sanità e senza agire su sprechi e inefficienze». Un esempio? Bocchi cita gli acquisti diretti dei farmaci in ospedale, in Emilia-Romagna un «dato quasi doppio rispetto al tetto di spesa» tra gennaio e ottobre 2024. Ma Fdi punta l’indice anche contro i costi dei Cau, dopo la decisione della giunta di prorogare il loro funzionamento almeno fino alla fine dell’anno. «Abbiamo chiesto quali erano i costi di questi ambulatori, che a noi risultano molto elevati», spiega ancora Evangelisti. «Abbiamo presentato un accesso agli atti a gennaio 2025. Nei giorni scorsi, dopo una prima proroga, abbiamo ricevuto una risposta di una gravità inaudita, che rimanda all’approvazione dei bilanci delle Ausl. Se come di hanno detto è ancora in corso una fase istruttoria vuol dire che l’assessorato stesso non ha contezza di quanto oggi costino questi ambulatori. E i maggiori costi che la regione pagherà fino a fine anno non sono giustificati da alcun accordo sottoscritto».