Cadavere in acqua a San Mauro Mare “senza volto e segni distintivi”: identificarlo sarà un’impresa

Per ora è un rebus intricatissimo quello che la Procura della Repubblica e la Capitaneria di porto di Cesenatico dovranno cercare di risolvere: dare un nome al cadavere recuperato nelle acque a fronte della spiaggia di San Mauro Mare due sere fa. Oltre a cercare di capire come sia morto, setacciando eventuali richieste di ricerca di persone scomparse in tutta la fascia costiera e oltre, coprendo anche l’ipotesi di un decesso e un annegamento avvenuti al largo anziché a ridosso della battigia.
Il corpo a galla

Come riportato dal Corriere Romagna, due sere fa, poco prima del tramonto un pescatore che transitava in barca a poca distanza dalla costa ha notato il corpo a galla e ha subito avvisato la competente autorità marittima. La Capitaneria è intervenuta nel tratto a ridosso degli scogli di fronte al Bagno Delio e ha verificato l’effettiva presenza del cadavere. Coinvolgendo poi per il recupero della salma le squadre specializzate della squadra fluviale dei Vigili del fuoco.
In acqua da tanto

La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Bufalini di Cesena a disposizione della Procura. Il fascicolo sul rinvenimento del cadavere è sul tavolo del sostituto procuratore Emanuele Daddi. Già prima di mezzanotte (l’sos per la salma in mare era stato dato attorno alle 19.30) la Guardia costiera aveva provveduto a una primissima osservazione del cadavere ma senza riuscire a dare un’identità alla persona.
Si sa che è un maschio, calvo, ma al momento non è in alcuna maniera ipotizzabile dargli nemmeno un’età approssimativa né capire da quanto tempo sia morto. La salma è stata in acqua troppo a lungo, cancellando sia i lineamenti dell’uomo sia le parti delle mani dove si potevano cercare di prelevare impronte digitali.
L’uomo quando è caduto in acqua ed è morto indossava, e ha ancora addosso, un paio di jeans, una maglietta a mezze maniche rossa e nera a strisce orizzontali, con sopra una felpa verde. Questo al netto di altri vestiti o “tute da lavoro” (come le “bardature” dei pescatori) che il mare potrebbe avergli strappato di dosso durante il peregrinare nelle correnti.
Esami e ricerche

Tra le ipotesi al vaglio c’è naturalmente quella che possa trattarsi di un marinaio o di un pescatore morto in un incidente avvenuto chissà dove e quando. Il resto per cercare di arrivare alla sua identità e dare delle certezze che vadano oltre alle mere ipotesi, passerà da esami e ricerche. L’intento della Procura è quello di partire per gradi predisponendo un’ispezione cadaverica nell’ipotesi che già questo primo esame possa dare una linea guida sui tempi della morte. Poi si passerà eventualmente ad un’autopsia vera e propria per stabilire le cause di decesso: se siano dunque dovute a un malore, a un trauma o all’annegamento.
Per quanto riguarda invece le ricerche, la Capitaneria di Porto allargherà pian piano il raggio d’azione il più possibile, ispezionando eventuali incidenti che possano essere avvenuti a livello di fiumi ma anche in mare aperto. Sommando a questi le richieste ancora inevase riguardanti persone scomparse. Si partirà dall’area romagnola allargando però di mano in mano il diametro di verifica al bacino adriatico le cui correnti potrebbero portare fino alla costa sammaurese un cadavere come quello rinvenuto.