Ansia e depressioni, boom di ricoveri di minori in psichiatria in Emilia-Romagna

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  • 20 marzo 2025

BOLOGNA. In Emilia-Romagna «si riscontra un raddoppio dei ricoveri ospedalieri nei reparti di neuropsichiatria infantile, e si evidenza un aumento per depressione, ansia e disturbi psicotici». E alcuni di questi disturbi arrivano ai Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano. Inoltre, «c’è stato un ulteriore trend di crescita dei disturbi del comportamento alimentare dopo il periodo Covid». Lo dice la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici, durante l’informativa di oggi in commissione in Regione. Tra il 2010 e il 2023, ha spiegato infatti la garante, si registra un aumento dei ricoveri per patologia psichiatrica, mentre il picco maggiore del ritiro sociale in adolescenza è rilevato nella fascia 15-16 anni, ma con un inizio significativo a partire dai 12 anni, con un abbassamento dell’età di insorgenza. La percentuale di povertà relativa in Regione è inferiore rispetto alla media nazionale, «ma in aumento di 5,5 punti se prendiamo il dato dei rapporti precedenti, quindi in peggioramento, come si può intervenire lo ritengo molto importante», ha affermato Giudici. Nel complesso in 10 anni, tra il 2014 e il 2024, in Emilia-Romagna la popolazione 0-10 anni è calata di oltre 76.000 unità a causa del declino delle nascite che si è osservato a partire dal 2010. Al contrario la popolazione degli adolescenti 14-17 anni è cresciuta come effetto dell’incremento delle nascite che ha caratterizzato il primo decennio degli anni 2000.

Cala anche il numero di minori stranieri soli accolti in Emilia-Romagna che passano a 1.447 a fine 2024, rispetto ai 1.922 dell’anno precedente, in netta prevalenza ucraini. «C’è stato un cambiamento nella distribuzione dei minori stranieri accolti - ha sottolineato Giudici - a Modena e Bologna è la presenza più importante, Ravenna che non era quasi presente è diventata la terza. Nonostante la flessione nel numero restano le difficoltà nel processo di integrazione a realizzarsi compiutamente». In risposta ai dubbi dei consiglieri, infine, Giudici ha chiarito: «Rispetto ad ansia e depressione non ci sono studi con una correlazione netta, ma altri dati indicano l’attività sportiva come positiva. Mentre le disuguaglianze sociali possono esacerbare situazioni di significativa difficoltà».

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