Gatteo, la protostoria rivive con reperti archeologici di 2.500 anni fa: svelati per la prima volta in una mostra in biblioteca


Con la mostra archeologica “Sulla via delle origini”, i tesori della protostoria venuti alla luce durante gli scavi per creare il nuovo polo logistico “Teddy”, ieri, hanno catturato l’attenzione per la prima volta, al primo piano della biblioteca comunale di Gatteo.
I reperti più pregevoli recuperati sotto il coordinamento della Soprintendenza sono stati oggetto di restauro, avvenuto con fondi del Ministero della cultura concessi alla Soprintendenza stessa. Sono emersi anche grazie all’accordo di programma legato alle opere di realizzazione della bretella stradale di collegamento tra il casello A14 Valle del Rubicone e la via Emilia in località San Giovanni in Compito. Un accordo che prevede anche la realizzazione di un parco archeologico in rete. Il Comune di Gatteo ha investito somme importanti per valorizzare i reperti esponendoli.
La mostra
La nuova nuova sala espositiva al primo piano della biblioteca “Ceccarelli” ospita ora gli antichi reperti arrivati dagli scavi effettuati, tra il 2018 e il 2020, nell’area tra le vie Campagnola e Mistadella. Particolare rilevanza hanno i rinvenimenti dell’età protostorica: un gruppo di sepolture e un villaggio con tracce di vita quotidiana e produzioni artigianali risalenti ad epoche dall’ottavo al sesto secolo avanti Cristo. I corredi delle tombe ed i materiali fanno conoscere gli aspetti della società del tempo.
Dopo l’inaugurazione, i reperti sono visitabili a cura dell’associazione “Koiné”, previo appuntamento. Oggi sono possibili visite guidate gratuite di 30 minuti (dalle 9.30 alle 11) e dalle 16,30 18 c’è un laboratorio didattico (con prenotazione obbligatoria al numero 0541-932377).
Visite guidate saranno organizzate anche nelle domeniche 6 aprile, 4 maggio e 7 settembre. La mostra resterà aperta fino al 30 settembre.
All’apertura sono subito accorse molte persone che hanno seguito un filmato sui rinvenimenti archeologici e poi li hanno ammirati dal vivo, con spiegazione di Giorgia Grilli e la presente anche di Annalisa Pozzi, della Soprintendenza archeologica.