Gambettola, rottamai in crisi: prezzi bassi e poco materiale
I rottamai stanno vivendo un momento difficile. I mercati collegati a questo settore, dopo il boom del 2021, stanno facendo i conti con un forte rallentamento.
La rottamazione e la ricambistica è stato per anni uno dei comparti trainanti dell’economia gambettolese. Ma ora che nell’edilizia è finita l’euforia del super bonus e le case automobilistiche sono in forte crisi, si naviga a vista. I prezzi sono bassi e i volumi trattati altrettanto. Qualche azienda sta correndo ai ripari, riducendo il numero dei dipendenti e facendo girare al minimo gli impianti. Tutte imprese tentano di resistere, aspettando momenti migliori, ma non è escluso che si decida di ridimensionare i piani aziendali.
Operatori in affanno
«Nel comparto della rottamazione le prospettive sono fosche - afferma un demolitore di Gambettola - Già da vari mesi s’era capito che questo è un momento complicato. Sul fronte dei prezzi, ormai tutto dipende da quanto succede sui vari mercati nazionali e internazionali. I volumi sono scarsi, sia per l’offerta e sia per la richiesta. Il crollo della produzione di autoveicoli, il rincaro dei carburanti e il costo dell’energia sono fattori che incidono molto nel nostro settore. Con prezzi sempre più giù e volumi trattati bassi, stiamo girando al minimo».
Un altro operatore del mondo della rottamazione aggiunge: «In questo momento c’è poco da stare allegri. Anche le normative a cui siamo assoggettati ci mette nella condizione di valutare se smettere o meno». Ma c’è una cauta fiducia: «Visto che questo è un settore altalenante, dove si susseguono anni di crescita e altri di mercati fermi, resta forte la speranza che nel 2025 ci sia una svolta e finalmente l’attesa inversione di tendenza e il settore che torni a “tirare”».
Il sindacato dei rottamai
Davide Ricci, responsabile della Confesercenti e referente del Sindacato autodemolitori e ricambisti (Siarr), conferma che la situazione è critica: «I prezzi sono andati rispetto all’immediato post Covid. Il superbonus aveva “drogato” il settore dell’edilizia e la richiesta di ferro, e adesso ne risentono anche i settori collegati. La transizione “green” e delle auto elettriche, in particolare, ha fatto crollare le vendite in Europa». Poi ci sono problemi strutturali: «La rottamazione e la ricambistica richiedono ingenti investimenti - aggiunge Ricci - e questo spaventa il piccolo e medio imprenditore. A Gambettola si era partiti con aziende a livello familiare, con il lavoro di padre in figlio, oppure aziende agricole che d’inverno, in quanto poco occupate, si dedicavano alla rottamazione. Non è più il momento per loro. Oggi chi vuole iniziare questo lavoro deve disporre almeno di 1 milione di euro e non può sperare di attingerlo tutto dalle banche. D’altronde, un camion per il trasporto costa da 150mila euro a crescere. Così il ricambio generazionale si è fermato e i giovani cercano altre attività fuori». Ma non bisogna mollare: «Il settore ha sempre registrato fasi altalenanti e magari tra un anno potrebbe risalire. Gli imprenditori devono quindi cercare di non smettere di investire e si devono preparare per tempo ai nuovi adempimenti ministeriali, in vigore dal prossimo anno, con un nuovo metodo di fatturazione elettronica».