Gambettola, bimbo morto: il pm indaga per omicidio colposo e dispone l'autopsia

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Riscontrando immediatamente la denuncia sporta dai genitori del piccolo lunedì 21 giugno presso ila stazione dei carabinieri di Cesena, il Pubblico Ministero della Procura di Bologna, dottor Marco Forte, ieri ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento nei confronti di ignoti, per la morte, a non ancora due anni, del piccolo Diego Georgiev, spirato venerdì 18 giugno all’ospedale Sant’Orsola per cause e in circostanze tutte da chiarire.

Il Sostituto Procuratore come primo atto, accogliendo anche qui la richiesta della mamma e del papà, che sono assistiti dai legali di Studio3A - “rilevato che dalla lettura degli atti emergono fatti che necessitano di approfondimento tecnico al fine di comprendere le ragioni del decesso del bimbo e le eventuali responsabilità penali che dovessero emergere”, per citare il verbale di conferimento dell’incarico -, ha disposto l’esame autoptico, già affidato quale proprio consulente tecnico d’ufficio al medico legale dell’Istituto di Medicina Legale di Bologna dott. Guido Pelletti. Il Ctu procederà con l’autopsia venerdì 25 giugno, a partire dalle 10, nella sala autoptica del Sant’Orsola, è stato delegato dal magistrato anche ad acquisire tutte le cartelle cliniche del piccolo paziente, sia quella relativa alla sua breve permanenza al nosocomio bolognese (poche ore), sia quella del precedente ricovero all’ospedale Bufalini di Cesena, e avrà 60 giorni per depositare la sua perizia, che sarà fondamentale per fornire le prime risposte. Alle operazioni peritali parteciperà anche il dott. Pierfrancesco Monaco, come medico legale di parte della famiglia messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i genitori del bambino, Angel e Vanya, una giovane coppia di origine bulgara ma residente da anni in Italia, si sono affidati per essere assistiti e fare piena luce sui fatti, attraverso la consulente legale dott.ssa Sara Donati.

Diego, che era nato a Cesena, abitava con la famiglia a Gambettola (provincia di Forlì-Cesena) e avrebbe compiuto due anni il 24 luglio, non aveva mai sofferto di particolari patologie. Lunedì 15 giugno ha manifestato una febbricola e da lì in poi le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare: febbre alta, tremori, vomito. Nel pomeriggio di mercoledì 17 giugno, dopo averlo condotto al mattino dalla sua pediatra che aveva riscontrato delle placche alla gola prescrivendogli del Nurofen, i genitori hanno deciso di portarlo al pronto soccorso del Bufalini, dove il piccolo è stato subito ricoverato in Pediatria e poi, nella serata di giovedì 18 giugno, trasportato in terapia intensiva di fronte al precipitare della situazione: non rispondeva più ad alcuno stimolo.

I medici hanno ipotizzato che si trattasse di un virus (vari tamponi hanno però escluso il Covid-19), poi hanno parlato di gravi problemi e di mal funzionamento del cuore. Il primario di Pediatria del Bufalini nella notte tra giovedì e venerdì, ha informato i genitori che il bambino era grave e che il mattino seguente, alle 7, sarebbe stato trasferito al Sant’Orsola per ricevere le cure del caso, ma Diego faceva sempre più fatica a respirare, anche con l’ausilio dell’ossigeno. Alla fine, ed è una delle principali riserve espresse dalla famiglia, il bimbo per Bologna è partito solo dopo le 11 del mattino di venerdì 18 giugno e appena giunto all’ospedale felsineo è andato in arresto cardiaco ed è stato rianimato e “ripreso” dai dottori. E’ stato trasportato anche qui in terapia intensiva pediatrica e poi i medici, nell’estremo tentativo di salvarlo, hanno deciso di sottoporlo a un delicato intervento al cuore, ma il piccolo non ha fatto a tempo ad arrivare in sala operatoria. Alle 19.30 circa è spirato.

L’autopsia dovrà dunque chiarire quale sia stata la causa del decesso e se questo possa essere stato determinato o concausato dalla condotta negligente, imprudente e imperita del personale sanitario, sia quanto alla diagnosi sia quanto alla terapia applicata. Una volta arrivato il nulla osta, dopo l’accertamento non ripetibile, i genitori potranno finalmente fissare la data dell’ultimo saluto al loro unico figlio.

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