Tifoso dell'Inter di Forlì festeggia i 100 anni sul prato di San Siro

Forlì

FORLÌ. Quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia Bruno Romagnoli era lì. Si ritirò con gli altri commilitoni. Finì a Capodichino in attesa di ordini. Gli chiesero dove voleva essere destinato lui non ci pensò molto: «A Milano, così magari posso vedere l’Inter…». L’8 settembre rimandò i suoi piani nerazzurri ma sabato scorso nonno Bruno è andato oltre i suoi sogni da ragazzo. Per la verità nel corso di 70 anni abbondanti da quel 1943 la squadra del cuore allo stadio l’aveva già vista giocare ma per il suo compleanno in campo ci è andato (anche) lui. È uscito tra gli applausi di San Siro, con una maglia indosso. Sulle spalle c’era scritto il suo nome. E un numero: 100. Come i suoi anni. Appena undici in meno del Football club Internazionale. Una vita intera, una vita a due colori. «Ne avevo parlato con il presidente dell’Inter Club, Oreste Lugaresi. Sabato ho caricato mio padre sul pullman e siamo partiti per Milano – racconta Alberto Romagnoli –. Grazie al club siamo entrati negli uffici dello stadio. Siamo stati accolti da Mario Corso. Ha scherzato con mio padre sull’età. Poi l’hanno mandato in campo. Ad attenderlo c’era Javier Zanetti. Gli hanno consegnato una maglia con il suo nome e il numero 100. Lo speaker ha annunciato il suo nome, lui l’ha indossata. Ho alzato lo sguardo e ho visto mio padre sul maxi schermo dello stadio. Ho sentito l’ovazione del pubblico e gli applausi. Lui era divertito, io a dire la verità mi sono commosso».

Bruno si è seduto in tribuna con la maglia nerazzurra, la sciarpa e il cappello. Non è andata come voleva, i suoi non hanno vinto. «Domenica mattina si è presentato a casa mia – continua il figlio –. Mi ha detto che era stata la giornata più bella della sua vita e che non era per nulla stanco. Mio padre è fatto così, è sempre stato molto attivo. Con la passione per lo sport. Per vedere il Gran Premio di Formula Uno del Giappone si è svegliato alle 4». La festa per nonno Bruno è proseguita domenica al ristorante dove è arrivato l’omaggio del Comune con l’assessora al Welfare Rosaria Tassinari. «Bruno è un esempio di grande passione civica, attaccamento al territorio e impegno a favore della famiglia e degli amici. A lui ho espresso la stima e l’affetto dell’intera comunità forlivese». La foto di gruppo è da libro. Del cuore e di scienze. Dentro ci sono cinque generazioni: da Bruno alla trisnipote Ludovica nata pochi mesi fa.

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