Serata sulle scoperte degli scavi nella Val Fantella

Forlì
  • 25 febbraio 2025

Dal Neolitico al Medioevo, la Val Fantella rappresenta uno scrigno per ricerche che, dal punto di vista archeologico, possono aprire scenari su un periodo molto ampio dal punto di vista storico e preistorico. «Intanto – spiega il professor Ferruccio Cortesi dell’Università di Bologna – che la Val Fantella rappresenta un’anomalia per la collocazione geografica a forma di L con accessi da tre comuni diversi e confinanti, Galeata, Premilcuore e Santa Sofia. Per secoli qui è stata costituita un’enclave a metà strada fra questi tre comuni e possiamo affermare che secondo le tracce di preistoria da qui transitava il primo percorso che collegava la valle del Bidente alla Toscana».

Del ritrovamento di oggetti e reperti pre e protostorici come ceramiche ma anche resti di ossa umane, nella zona del Fantella si era già occupato monsignor Mambrini, a cui è intitolato il museo a Pianetto di Galeata, che ne aveva trattato in una pubblicazione del 1935. Quello che ora è emerso secondo le ricerche condotte dall’Università di Bologna riguarda il ritrovamento delle ceramiche datate fra il Neolitico (VI secolo a.C.) e l’età del Rame. Il nucleo centrale di questo museo preistorico all’aperto è costituito però dalla Casa delle Fate lunga 17 metri per 9,5 di altezza, costellata da fori e cavità, alcune modellate dall’intervento antropico, Ad una cinquantina di metri si incontra la Grotta delle Fate un sito inesplorato, «per entrare dovremo scavare» afferma il professor Cortesi. Tuttavia, una delle novità emerse durante la serata organizzata dal Rotary Club Tre Valli e presentata dal presidente Alessandro Bassini, che sponsorizza gli scavi nella zona, riguarda l’ampliamento dell’area interessata anche verso Montalto. «Se la torre di guardia di Fonticella con un muro di cinta di 350 metri alto 2, che poteva mettere in sicurezza popolazione ed armenti in caso di attacco e si può collocare nel periodo di etruschi e romani, sono emersi altri punti di osservazione di epoche successive in località Casone (feritoia di 50 centimetri in un casolare) a Montebono seconda torre del Montalto Nuovo che esplorava l’orizzonte verso la Toscana. E ancora Montalto Vecchio resiste un muro militare collocabile nell’anno 1000» ha aggiunto il professor Cortesi. Gli scavi dopo quelli dell’autunno 2024 riprenderanno quest’anno a luglio sotto la direzione scientifica del professor Antonio Curci dell’Alma Mater di Bologna che ha già condotto campagne analoghe in Puglia, Egitto, Grecia e Tunisia. «Per la val Fantella – ha detto – serve un progetto a base pluriennale per arrivare alla conoscenza di un notevole patrimonio di resti». Marco Cavalazzi dell’ateneo bolognese aggiunge: «La valle presenta una ricchezza notevole di materiale preistorico fino ad arrivare a periodo post Medievale stiamo cercando di conoscere le potenzialità archeologiche di questa area con indagine a campione che ci permettano di capire cosa si è conservato dal passato».

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