Scrive “negro” sulla cartellina in tribunale a Ravenna: avvocato forlivese sospeso 60 giorni

Sessanta giorni di sospensione all’avvocato forlivese Francesco Minutillo per avere scritto la parola “negro” su una cartella. I fatti risalgono al febbraio del 2020: sulla cartellina dell’avvocato in tribunale a Ravenna è bene evidente la parola “negro” per indicare l’imputato di colore contro il quale si costituiva parte civile, per conto dei suoi assistiti, due poliziotti aggrediti il 22 febbraio 2018 in stazione a Faenza da un uomo di nazionalità nigeriana. “Non è uno scherzo di aprile - la dura replica di Minutillo in una nota - sessanta giorni di sospensione dall’esercizio della professione di avvocato per aver osato scrivere la parola “Negro” su una cartellina interna di studio. Non in un atto giudiziario, non in aula, non in una comunicazione rivolta alla controparte, ma su un fascicolo cartaceo riservato alla gestione interna dello studio per identificare una controparte di cittadinanza nigeriana, dal nome lunghissimo e impronunciabile. Per di più fotografato di nascosto e diffuso alla stampa. E infatti, come Jannik Sinner con il clostebol, o come chi su Facebook usa un termine sgradito agli algoritmi e si ritrova sospeso. Si ferma un avvocato per sessanta giorni, non per ciò che ha fatto, ma per ciò che ha scritto – in privato e soprattutto per quello che si ritiene che possa avere pensato . Lo scrivono anche fior di linguisti e sociologi di ogni più varia sensibilità politica ed ha ragione il Generale Vannacci: il termine “negro”, assunto al di fuori di ogni altro contesto, non costituisce offesa,. Questa non è giustizia, è ideologia travestita da moralismo, è cancel culture applicata al Codice Deontologico, dove non conta più ciò che fai, ma ciò che dici – o, peggio ancora, ciò che scrivi su una cartellina privata”.