Santa Sofia, sulle tracce del congiunto fucilato dai nazifascisti
Sono arrivati dal Mugello a Santa Sofia per ritrovare la memoria del loro congiunto partigiano, fucilato dai nazifascisti durante la Seconda guerra mondiale. Un tuffo nei ricordi e nelle emozioni per visitare gli ultimi luoghi visti dal parente. E’ successo domenica quando da diverse località del Mugello si sono ritrovati nel Bidente: Alessio Zoppi, Sandro Atalanti, Franca Meglini, Mauro Meglini, Rosanna Zoppi, Stefano Baldini e Fabrizio Atlanti i protagonisti del “viaggio” sulle tracce di Attilio Meglini, ucciso il 13 aprile 1944. Il 13 aprile 1944 un gruppo di otto partigiani stava scappando dal grande rastrellamento che le truppe nazifasciste stavano effettuando in tutte le vallate, in particolare nella zona dell’Alto Bidente, culminata con la battaglia di Biserno del 12 Aprile dove persero la vita 12 partigiani che si sacrificarono per consentire la ritirata del grosso dell’8ª Brigata Garibaldi. I ragazzi tutti poco più che ventenni, non vollero seguire il consiglio del più anziano di loro, esperto ex combattente, che li esortava a spostarsi di notte. Giunti sul crinale tosco romagnolo in località Fontanelle sette di loro furono intercettati dai nazifascisti e fucilati sul posto. Solo uno riuscì a salvarsi gettandosi nel dirupo alle sue spalle e svanendo nella boscaglia. Ferito ma vivo fu poi soccorso e salvato dagli abitanti di Pian del Grado, una frazione poco distante dal luogo della fucilazione. Alfredo Papini, Franco Papini, Attilio Meglini, Delfo Giusti, Ferdinando Margheri e Silvio Montuschi sono i nomi dei partigiani uccisi e scolpiti in un cippo nella suddetta località.
I parenti di Attilio Meglini sono arrivati a Santa Sofia per ripercorrere ed approfondire quello che accadde al loro parente negli ultimi drammatici momenti della sua vita da partigiano. Dopo il saluto in Municipio dell’assessora Isabel Guidi, il gruppo accompagnato dai rappresentanti dell’Anpi di Santa Sofia, è stato portato a Biserno nei luoghi della battaglia, dove tutto era cominciato. L’alpino per antonomasia, Piero Mariani, profondo conoscitore dei luoghi e delle vicende di quei giorni, ha intrattenuto i presenti con il racconto della storia. E’ stato un incontro molto commovente dove i parenti hanno voluto ripercorrere i drammatici momenti della nostra storia che si spera non debbano più accadere.