Predappio. Alla villa romana di Fiumana scavi per fare riemergere la storia

Forlì

È in corso nella villa romana di Fiumana, diretta da Riccardo Villicich professore associato di Metodologia della ricerca archeologica presso l’Università di Parma, la terza campagna di scavo. L’obiettivo principale dell’attuale campagna, iniziata il 24 di giugno che si concluderà il 2 agosto, è quello di portare in luce una parte consistente del grande complesso termale individuato lo scorso anno, con la speranza di acquisire dati anche sulla precedente villa di età alto imperiale. La storia del sito è, nota, incentrata su una prestigiosa villa urbano-rustica di età augustea, come dimostrano gli arredi marmorei rinvenuti nell’estate del 2023, riconducibile ogni probabilità ad un personaggio pubblico dell’aristocrazia di Forum Livi cui si sovrappone in età tardo antica un grande complesso articolato in padiglioni, su una superficie molto vasta. «Il padiglione occidentale - spiega il professor Villicich - comunemente noto con il nome di “Quadrifoglio di pietra” per lo sviluppo originale della sua trama architettonica, è un complesso che vanta una planimetria senza confronti nel panorama dell’architettura romana e tardo antica». Tuttavia, la funzione del “Quadrifoglio di pietra” è ancora da decifrare valutando diverse ipotesi mentre nel padiglione orientale vanno riconosciute con certezza le terme della grande villa tardo antica. Si tratta di due edifici distanti l’uno dall’altro circa 120 metri in linea d’aria, ed entrambi sembrano vantare un ingombro superiore ai 3.000 metri quadrati. La distanza che separa le due costruzioni della villa non lascia dubbi sulla grandezza e maestosità dell’intero complesso, che a buona ragione si può definire un “palatium” visto che gli archeologi ricordano come il toponimo “Palazzolo” individuasse nel 1068 l’area in cui è stata ritrovata l’antica villa. Il proseguimento degli scavi dovrà svelare il collegamento fra il quadrifoglio e le terme insieme anche ad altri misteri. È tuttavia innegabile che in soli due anni di ricerche la storia di questo sito nell’antichità sia stata riscritta dall’équipe di archeologi dell’Università di Parma. «È una storia – aggiunge il professor Villicih che ci racconta come nel tardoantico le colline forlivesi siano state prescelte per la costruzione di grandi residenze extra urbane degli esponenti più in vista delle corti che risiedevano fra il V e VI secolo a Ravenna nuovo centro di potere. Lo dimostrano gli scavi condotti a Fiumana e Galeata. Il complesso di Fiumana per le fantasiose forme architettoniche adottate nella costruzione dei padiglioni rende il complesso assolutamente unico». Riccardo Villicih ha un’esperienza collaudata con più di settanta campagne di scavo alle spalle, distribuite fra l’Italia (nel 2012 ha scoperto la celebre sala ottagonale mosaicata della villa di Teodorico a Galeata) e l’Albania (il teatro dell’antica città di Phoinike mentre l’attività sul campo è coordinata da Marco Gregori e da Emanuela Gardini e Luciana Saviane. L’équipe di scavo, novità assoluta, è composta da studenti di archeologia non solo dell’università di Parma ma anche di Bologna e Bari e da studenti di Istituti superiori di Parma (Liceo classico Romagnosi, Liceo scientifico Marconi, Liceo scientifico Bartolucci), Mantova (Istituto Francesco Gonzaga) e Scandiano (Istituto superiore Gobetti), che hanno aderito al progetto di orientamento PCTO “Uno scavo per tutti”, giunto al secondo anno e diretto dallo stesso professor Villicich. Dalla campagna del 2025, l’intenzione è quella di estendere la partecipazione allo scavo anche agli studenti degli Istituti superiori del forlivese. A fine lavori, come già lo scorso anno i risultati saranno presentati al pubblico con tanto di visita guidata agli scavi condotta dal professor Villicich.

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