La questura di Forlì chiede il trattenimento di un tunisino: respinto

Anche Forlì entra nella controversa vicenda che vede su posizioni distanti governo e alcuni magistrati sul mancato trattenimento degli stranieri nei centri di permanenza. Perchè anche la Romagna? Perchè il giudice del tribunale di Potenza, Filippo Palumbo, non ha convalidato il trattenimento, disposto dal questore di Forlì, Lucio Aprile, di un tunisino richiedente asilo nel Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti di Palazzo San Gervasio (Potenza).
Il caso
Il migrante tunisino era arrivato in Italia nel 2022 e aveva una prima volta avanzato richiesta di asilo a Palermo. Poi reiterata, gli è stato dato appuntamento per il primo ottobre 2023. Così è intervenuta la questura di Forlì, dove era stata presentata la seconda domanda, che ne ha disposto il trattenimento nel Cpr di Palazzo San Gervasio nel Potentino.
La motivazione
Il giudice Palumbo ha però dichiarato illegittima la misura anche perché il migrante è pure in possesso di un passaporto e la sua consegna alle autorità è ritenuto elemento sufficiente e alternativo al trattenimento. È l’ennesimo caso che si aggiunge a quello che ormai è diventato politico dopo la prima decisione in questo senso del magistrato di Catania, Iolanda Apostolico. Proprio la giudice, che è entrata in rotta di collisione con il vicepremier Matteo Salvini a seguito dalla pubblicazione di un video che la ritrae in una manifestazione di protesta che si è svolta il 25 agosto del 2018 nel porto di Catania contro le politiche migratorie del governo, ha deciso alcuni giorni fa di non convalidare i trattenimenti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini. Lo stesso tribunale di Catania, seguito da quello di Potenza, continua sulla linea inaugurata da Apostolico non convalidando altri 5 trattenimenti.