Forlì, sciopero dei divani, fumata bianca: accordo per 17 lavoratori pachistani di Sofalegname
Sono 17 i lavoratori pakistani che saranno “stabilizzati” da Sofalegname, azienda di Forlì che opera nel settore del mobile imbottito, mediante la stipula di contratti a tempo pieno ed indeterminato conformi al vigente Ccnl, mentre per 11 lavoratori che vivono in condizioni di assoluta precarietà abitativa, l’azienda ha inoltre reperito un idoneo alloggio, facendosi carico dei relativi oneri per 30 giorni, in attesa che i lavoratori possano rendersi autonomi.
Questo il contenuto dell’accordo raggiunto oggi in Prefettura dal Sofalegname con il sindacato Sudd Cobas, che tutela i lavoratori e che dal pomeriggio di oggi smantellerà il presidio di protesta in atto davanti allo stabilimento di Via Gramadora.
L’intesa è stata raggiunta anche grazie al concreto impegno della ditta Gruppo 8, committente di Sofalegname e tuttavia estranea alla controversia. Alle fasi conclusive della trattativa, hanno partecipato il prefetto Rinaldo Argentieri e l’assessore alle politiche del lavoro del Comune di Forlì Kevin Bravi.
I sindacati: “Vittoria importantissima”
Così il sindacato Sudd Cobas dopo l’accordo: “Una vittoria importantissima per i lavoratori che hanno iniziato lo sciopero e il picchetto sei giorni fa. Ma anche per tutto il territorio che vuole liberarsi di condizioni inumane di sfruttamento e di vita.
Una vittoria che premia il coraggio di 17 lavoratori che hanno deciso di ribellarsi a sistema di sfruttamento che prevedeva 12 ore di lavoro al giorno per 6 giorni a settimana. Qualcuno diceva “queste cose non si risolvono così”, mentre invece la sindacalizzazione in questi contesti può essere veramente la garanzia dell’effettiva applicazione dei contratti e delle norme sul posto di lavoro. Attraverso la sindacalizzazione, e quando necessario lo sciopero, si sono conquistati i diritti e le garanzie che abbiamo, i contratti nazionali, ed è sempre così che si può combattere lo sfruttamento.
L’accordo prevede anche dei miglioramenti normativi ed economici sul contratto nazionale del legno Artigianato, perché lo sfruttamento non si combatte solo eliminando il lavoro nero, ma anche il lavoro povero che passa anche da contratti nazionali che prevedono paghe inferiori ai nove euro l’ora.
Il movimento 8x5 è arrivato anche a Forlì. Un movimento che lotta per lavorare 8 ore per 5 giorni. Un movimento di lavoratori che conquista diritti e dignità, ma che costruisce strumenti, comunità e alternativa per tutti i lavoratori e le lavoratrici che sono ancora sfruttati.
L’assemblea dei lavoratori vuole ringraziare i e le solidali da Prato e da Forlì che hanno sostenuto lo sciopero in questi giorni, e ancora una volta hanno dimostrato che quella 8x5 è una battaglia necessaria per tutti”.