Forlì. Sicurezza fiumi, il punto sugli interventi: nei prossimi mesi quello sul Montone
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A che punto è la messa in sicurezza del territorio a 9 mesi dall’alluvione che ha colpito la città di Forlì? E’ quello che si chiedono i cittadini impegnati nella ricostruzione delle loro case e le risposte sono arrivate dagli enti preposti durante la commissione di indagine e studio alluvione, riunitasi ieri pomeriggio. Solamente per le somme urgenze l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile si è vista riconoscere dalla struttura commissariale, ed esclusivamente per la città mercuriale, 6,5 milioni di euro per interventi già conclusi. A scendere in dettaglio è Piero Tambellini che specifica che «ad oggi ci siamo occupati dell’asportazione dei materiali vegetali dalle aste dei fiumi Montone, Bevano e Ronco, oltre alla sistemazione degli argini che hanno subito danneggiamenti. Non solo, ne sono state ripristinate le rotte e le sagome ma anche rifatti i paramenti esterni e in alcuni casi anche quelli interni. L’azione si è concentrata anche sul rafforzamento degli argini in prossimità delle vie Martiri delle Foibe, Zignola e Isonzo. Sono stati eseguiti anche interventi alle briglie di San Lorenzo e di Villa Rovere-Ladino. Si tratta di lavori già conclusi». Da qui a breve scatterà anche la seconda fase, alla provincia il commissario alla ricostruzione ha destinato 32 milioni di euro e di questi 9,7 sono per il territorio di Forlì. «Nei prossimi mesi partiremo con gli interventi urgenti che sono attualmente in progettazione - prosegue Tambellini -.Ci occuperemo del fiume Montone da Schiavonia fino allo scolo San Lazzaro per la ricostruzione del flusso e quindi per il ripristino e il miglioramento della sua capacità. Non mancheranno ulteriori lavori alle due briglie per far recuperare ai corsi d’acqua il loro normale deflusso e sistemare ciò che sta intorno, sia a valle che a monte. Tra gli interventi urgenti rientra anche il completamento del sistema di laminazione al Ronco, spero che si riesca a dare il via ai lavori nel 2024. A ciò dovranno seguire i piani speciali, al quale stiamo già lavorando, per portare miglioramento e mettere in sicurezza il territorio».
«Prima dell’alluvione avevamo appaltato la realizzazione di due briglie selettive al Ronco (a monte della via Emilia) e all’altezza della confluenza tra i fiumi Rabbi e Montone - fa eco Fausto Pardolesi -, opere che serviranno a trattenere legname e plastica». Al lavoro anche il Consorzio di Bonifica che in questa fase ha gestito 20 interventi per circa 5 milioni di euro. «Una parte di essi è già stata realizzata, altri sono in fase di conclusione - spiega il direttore generale Lucia Capodagli -. Siamo in fase di collaudo per ciò che riguarda l’impianto idrovora “fontana 1” ai Romiti, mentre per “fontana 2” abbiamo già predisposto due pompe ed eseguito la progettazione dell’impianto. Stiamo terminando gli affidamenti tecnici, salvo imprevisti i lavori saranno eseguiti entro l’estate». Non è passata inosservata l’assenza di Regione e Provincia durante i lavori della commissione come segnalato dal presidente Lauro Biondi e dal consigliere della Lega, Albert Bentivogli che dice: «Aspettavamo questa occasione da tempo per dare una risposta ai cittadini, è grave che non siano qui».