Forlì, San Lorenzo in Noceto senza medico di base: residenti preoccupati

Forlì
  • 18 gennaio 2025

Il prossimo 21 gennaio il medico di base della frazione di San Lorenzo in Noceto andrà in pensione. Circa 500 cittadini, quindi, dovranno cambiare medico di famiglia e già sono molto preoccupati e con ogni probabilità saranno costretti a spostarsi verso Forlì, nella peggiore delle ipotesi verso Predappio. «Chi erediterà la maggior parte dei pazienti - fanno sapere Nevio Fabbri e Gabriele Brunelli, già coordinatori del comitato di quartiere - non ha intenzione, o la possibilità, nell’immediato e nel breve termine a proseguire il servizio nell’ambulatorio di via Rio Massa. Non poche difficoltà, specie per le persone più anziane o non in grado di spostarsi autonomamente, per raggiungere gli studi medici di San Martino in Strada o Fiumana». E’ proprio il direttore del Distretto sanitario di Forlì, Francesco Sintoni, a fare chiarezza: «Il medico di base è un libero professionista all’interno del territorio comunale, oltre che una libera scelta del paziente individuarlo. Quindi quando ci si trova di fronte a un pensionamento non è automatico che chi lo sostituirà lo farà nella medesima sede. L’Ausl, infatti, bandisce la convenzione del medico di base nell’ambito di assistenza primaria. In questa circostanza non c’è nulla di illegittimo. Veniamo da anni difficili dove le zone periferiche sono state le più penalizzate, i nuovi medici molto spesso decidono di aggregarsi e magari scelgono di esercitare la professione in studi più centrali. La Cava si trova in questa situazione, dopo anni ora i pazienti si devono spostare ai Romiti, così come Carpinello e Barisano sono anni che non hanno più una sede in loco. Non c’è nessuna volontà dell’azienda a sguarnire il servizio, quello che possiamo fare è dire ai medici di base di prestare attenzione alle zone periferiche ma non abbiamo un potere coercitivo». Critici i residenti di San Lorenzo in Noceto anche per il fatto che il medico pensionando avrebbe dato la disponibilità a proseguire anche per altri due anni, ricevendo un diniego dall’Ausl. «Acconsentire di prolungare il servizio è possibile, ma solo se c’è una carenza oggettiva - conclude Sintoni -. In altre parole si può concedere la deroga se in quel momento non ci sono medici di base disponibili tra cui scegliere. Non è questo il caso».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui