Forlì. “Rischiavo l’amputazione, all’ospedale Morgagni Pierantoni mi hanno salvato la gamba”

Forlì

Si era quasi rassegnata all’idea di perdere una gamba dopo due operazioni andate male in seguito a un infortunio sul lavoro, poi ha trovato nei medici del reparto di Ortopedia dell’ospedale “Morgagni Pierantoni” dei salvatori che non solo hanno salvato l’arto, ma le hanno tolto il dolore che l’assillava e le hanno dato la prospettiva, tra qualche mese, di poter lasciare la sedia a rotelle sulla quale ora si trova. E’ la storia di Nadia Trombini, 56 anni, per la quale decisivo è stato il fatto che la sorella lavori all’ospedale di Forlì e l’ha fatta visitare dagli specialisti del reparto. «La mia storia è cominciata otto anni fa quando ho avuto tre fratture di tibia al lavoro su entrambi i piatti tibiali - racconta la donna -. L’artrosi che aveva consumato il ginocchio aveva intaccato la prima parte del femore, che mi sono fracassata il 13 dicembre del 2021. Due interventi fatti ad Ivrea non sono serviti a niente: nella prima operazione mi hanno lasciato un buco di sei centimetri, per cui mancava una porzione di femore. Il secondo intervento con le cellule, trapianto da gamba sana, osso, eccetera, non è cambiato nulla, sono rimasta sulla sedia a rotelle, tanto che nessuno prendeva in carico la mia situazione e nel terzo intervento previsto per il 29 gennaio ad Ivrea avevo dato il consenso all’imputazione dell’arto se le cose non fossero andate bene, come era facile prevedere. Avvicinandosi la data dell’intervento, parlando con mia sorella che lavora all’ospedale di Forlì, è venuta fuori la possibilità che fossero i medici del “Morgagni Pierantoni” a farsi carico della mia situazione. Senza nessuna garanzia, ammettendo che la situazione fosse grave. Sono stata operata l’8 aprile. Ebbene alla fine mi hanno salvato la gamba, hanno fatto un impianto osseo da cadavere, hanno sbloccato l’arteria femorale strozzata, che faceva di me, senza saperlo, una bomba ad orologeria. Hanno fatto innesti di cellule staminali, inserito la cresta iliaca. Ora piego la gamba, mi hanno tolto il dolore, ho avuto un trascorso post operatorio nel quale mi chiedevo se mi avessero operato davvero. L’evoluzione sta andando bene. Devo fare un elogio enorme all’equipe medica, al dottor Daniele Donatucci che mi ha operato, con la sua equipe, alla chirurgia cardiovascolare: hanno fatto l’impossibile ed è riuscito. Adesso ringrazio medici, paramedici,operatori sanitari che si sono occupati di me. Mi si prospetta una vita senza sedie a rotelle».

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