Forlì. Rinaldini: «Maggioranza divisa su tutto». Sulla presidenza del Consiglio è scontro sui nomi

Qualcuno lo ha già soprannominato “palacirco” Romiti dopo lo spettacolo indecoroso andato in scena in occasione del primo consiglio comunale all’interno dell’impianto sportivo di via Sapinia, specie per la condotta della maggioranza di centrodestra spaccata sull’elezione del presidente dell’assise cittadina. Una maggioranza che si è dimostrata nei fatti divisa e che presto dovrà riunirsi per fare chiarezza. «I contatti recentemente avuti con il sindaco e l’assessora Casara fanno presagire una scarsa volontà di condividere scelte istituzionali fondamentali per la vita della comunità forlivese – afferma il coordinatore dell’opposizione Graziano Rinaldini –. Mi avevano assicurato che Ceredi era una candidatura unitaria e abbiamo visto come è andata con le astensioni. Una figuraccia, visto che hanno messo insieme 15 voti e solo dopo l’ennesima giravolta di alcuni consiglieri che prima avevano dichiarato l’astensione. Insomma una maggioranza divisa su tutto farà fatica a dialogare con l’opposizione che, ribadiamo, è disposta a discutere di una personalità imparziale e che non sia già stata bruciata dalla maggioranza». Come noto a sostegno di Loris Ceredi ci sono Fratelli d’Italia (ad eccezione di Damiano Bartolini che non parteciperà al voto definendo la questione “una pippa”, ndr), Forza Italia e La Civica, ma non la Lega che propone proprio Marco Catalano, consigliere di Fdi. Proprio il capogruppo della Civica Leonardo Gallozzi, esponente di Italia Viva, arriva ad affermare che la candidatura di Catalano è stata espressa da una sola persona. Gli risponde piccato Bentivogli: «la candidatura è stata espressa da un gruppo consiliare che rappresenta 4.600 elettori». Insomma, se qualcuno aveva il dubbio che la Lega potesse uscire dalla maggioranza, il Carroccio ha chiarito che è pronto a far valere il suo 8,74% ottenuto alle elezioni. Sembra quasi certo, invece, il passaggio di Catalano alla Lega, che così porterebbe a tre il numero dei consiglieri e reclamare la presidenza, per la quale con gli alleati si era stretto un accordo. Secondo alcune indiscrezioni trapelate, visto il voto di astensione, anche l’esponente del Pri all’interno della Civica, Alessandra Ascari Raccagni, penserebbe ad un ritorno in Lega. A questo punto, la partita della presidenza è tutta da rivedere e si riapre il toto-nome. «Il presidente del consiglio comunale deve essere una figura di garanzia in grado di rispettare le diverse peculiarità dei consiglieri con un atteggiamento di rispetto e mediazione fondamentale per il ruolo istituzionale che ricopre – conclude Rinaldini –. Purtroppo, Ceredi e Catalano sono stati bocciati dalle divisioni della maggioranza». Critico e duro anche Giovanni Puggioni del Pci, presente tra gli spalti alla prima seduta del consiglio comunale: «Una farsa e un’offesa arrecata al popolo forlivese e a quello alluvionato, ancora in attesa dei ristori. E’ stata scritta una delle pagine più vergognose della storia di Forlì». Il centrodestra a chiusura della seduta regala un altro atto dello spettacolo, con il capogruppo Gallozzi che dice di «voler lasciare la città meglio di come l’abbiamo trovata». Qualcuno gli spieghi che il sindaco che sostiene è lo stesso di cinque anni fa.

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