Forlì, "rastrellato" il Montone per ripulirlo dalla plastica
FORLI'. Un gigantesco rastrello, letteralmente “inventato” in officina, ad opera degli addetti della cooperativa Valle del Lamone, per raccogliere sulle sponde del fiume Montone enormi quantitativi di rifiuti plastici, sotto le forme più svariate. A coordinare l’intervento di pulizia, fondamentale per evitare che tutte quelle scorie indistruttibili arrivassero fino al mare, è Fausto Pardolesi, responsabile del comparto idraulico del territorio forlivese per l’Ufficio servizio area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e Protezione civile. «Le ultime piene hanno portato a valle non solo tronchi e ramaglie, ma tantissimi oggetti di plastica – spiega il funzionario – a questo punto abbiamo provveduto alla pulizia dell’alveo e delle sponde del fiume Montone nel tratto di circa 15 chilometri che va da Villafranca a Corleto, ai confini con la provincia di Ravenna».
L’intervento
Gli interventi si sono concentrati per rimuovere le vere e proprie “isole” che si erano formate in alcuni tratti del corso d’acqua, dove i rami e i tronchi avevano finito per trattenere l’immondizia raccolta dal flusso di piena sia a monte sia in pianura. «Abbiamo trovato veramente di tutto – prosegue Pardolesi – centinaia di bottigliette, ma anche ciabatte, palloni, giocattoli, copertoni di auto, scatole di polistirolo, copertoni, buste e anche un frigorifero. Tutta roba che la piena raccoglie lungo la strada, portata a sua volta dai fossi fino al fiume. E da questo, inesorabilmente, fino al mare. Per evitare di farci scappare questi oggetti abbiamo posizionato un paio di tronchi a valle prima di “smontare” i vari isolotti sul fiume, in modo che potessero fermare i detriti plastici. Il “rastrello” gigante ha permesso di raccoglierli per infilarli in grandi sacchi e portarli all’isola ecologica di Alea per il loro smaltimento, mentre la legna sarà trasformata in cippato per la combustione».
Il monito
I lavori, svoltisi nei giorni scorsi, rientrano nel programma periodico di manutenzione dei corsi d’acqua, soprattutto quando le piene portano a valle di tutto. Inevitabile, però, il monito di Pardolesi, anche storico attivista dei Verdi. «La natura non c’entra nulla con il deposito di questa immondizia – denuncia il funzionario – si tratta di oggetti che vengono regolarmente buttati nei fossi o nelle campagne senza alcun rispetto per l’ambiente. Ma proprio quelli che inquinano in questo modo rischiano di trovarseli davanti quando fanno una gita al fiume o durante una vacanza sulla nostra costa. Impariamo piuttosto a cambiare il nostro modo di comportarci e il problema sarà risolto all’origine».