Forlì. Paola Edifizi Carrea: «La mia prima mostra a 91 anni, dipingo emozioni»

Forlì

L’età non conta, almeno per Paola Edifizi Carrea, una donna che a 91 anni ha deciso di allestire la sua prima mostra con l’entusiasmo di una ragazzina, per raccontare le emozioni di una vita. L’esposizione si è chiusa ieri con successo nella cornice dell’oratorio di San Sebastiano.

«Ho cercato sempre di trovare armonia e bellezza nelle cose e nelle persone, perché l’energia dell’universo sta in questo - afferma Paola - . Questa mostra vuole essere un riconoscimento alle persone che hanno dentro di sé questi due elementi ed è anche un modo per dimostrare che alla mia età si possono ancora fare molte cose».

L’esposizione è uno spaccato di vita di Paola, delle emozioni che ha vissuto; racconta di una donna che celebra la bellezza e la vita. Carrea non è un’artista improvvisata, ma una donna che ha coltivato un dono innato, una passione che però per un lungo lasso di tempo ha dovuto accantonare per dedicarsi al lavoro e al figlio, poi ha ripreso in mano il pennello con entusiasmo e ora ha deciso di mostrarsi e di dimostrare che a 91 anni la vita è ancora bella. La sua esposizione è un inno alla vita e basta ascoltarla un attimo per rendersene conto. Occhi vispi e sorriso pronto, si illumina quando ti racconta come sono nati i suoi quadri. Paola è una donna che anche nelle difficoltà non si è mai fermata, tenace e appassionata.

«Non mi piace lamentarmi preferisco guardare avanti, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. La vita è bella, va capita. Così in questo periodo difficile per vari motivi: un po’ il Covid, l’alluvione, un po’ l’età e i problemi di salute, ho deciso di fare questa mostra che vuole essere una “botta di vita”». Tra le opere di Paola c’è anche un quadro che rappresenta gli “Angeli del fango”, i volontari simbolo dell’alluvione dello scorso anno.

«Il mio primo quadro l’ho realizzato nel 1956 - racconta l’artista – mio marito mi vedeva sempre scarabocchiare e decise di regalarmi pennelli, tela e anche un cavalletto. E così la mia passione per la pittura prese forma, l’ho coltivata per un po’ di anni poi nel 1966 mio marito purtroppo è morto e sono rimasta sola con un figlio di 9 mesi. Mi sono quindi dedicata al lavoro e a Nicola. Ero un insegnante di lettere ma lo stipendio non bastava per arrivare a fine mese, a volte facevo ritratti a pagamento su commissione così guadagnavo qualche soldo in più. La priorità era mio figlio Nicola, la pittura poteva aspettare».

La passione per l’arte non si è mai spenta e quando Paola Carrea è andata in pensione, ha ripreso a coltivarla, erano gli anni Novanta. «Nell’arco della mia vita ho anche viaggiato tanto – racconta – insieme a Nicola ho girato l’Europa, andavamo in campeggio con una tenda, ogni volta che vendevo un ritratto con i soldi facevamo un viaggetto, poi quando Nicola ha seguito la sua strada ho girato da sola. In ogni luogo ho vissuto emozioni diverse e molte sono nei miei quadri. Però non mi ritengo un’artista, i miei dipinti sono semplicemente le mie emozioni».

Per il critico d’arte Enzo Dall’Ara Paola Edifizi Carrea invece è un’artista a tutti gli effetti. «I suoi dipinti, corredati da cristallini ed eleganti “Haiku” poetici – scrive Dall’Ara - sono intime confessioni, brani di “autoritratti” dell’anima, ove colore e luce diffondono un tattile coinvolgimento emotivo e una provvida empatia sensoriale».

E il titolo della mostra “Empatie colorate” è quantomai azzeccato: Paola Carrea è empatica e colorata come le sue opere. E alla veneranda età di 91 anni ha deciso di lasciare un segno tangibile della sua storia con una mostra. «Sono venuti anche alcuni miei ex allievi a vederla - conclude - è stato bello rivederli».

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