Forlì. Palpeggiò la collega dello street bar di Milano Marittima, dovrà lavorare in un centro antiviolenza

È stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione, con sospensione della pena subordinata all’esecuzione di lavori di pubblica utilità in un centro antiviolenza, il 22enne forlivese accusato di violenza sessuale nei confronti di una giovane collega di lavoro. La vittima è una 24enne di Firenze, con cui lavorava in uno degli street bar più conosciuti di Milano Marittima. A stabilirlo ieri il collegio penale composto dalla giudice Antonella Guidomei e a latere dai giudici Cosimo Pedullà e Natalia Finzi. Per l’imputato la Procura aveva chiesto tre anni e quattro mesi di carcere.

«Alla fine si può dire che sia andata bene - ha commentato soddisfatto l’avvocato della difesa, il legale Fabio Chiarini del foro di Bologna, visto che il suo cliente non farà nemmeno un giorno di carcere -. Il mio assistito si è sempre professato innocente e il collegio gli ha riconosciuto le generiche prevalenti, oltre a derubricare il reato in una violenza sessuale diciamo più attenuata, che oggi si potrebbe qualificare come l’ex reato di molestia sessuale e palpeggiamenti».

Sui lavori di pubblica utilità invece «da quando la sentenza passerà in giudicato, il mio assistito avrà tre anni di tempo per completare il percorso in un centro antiviolenza a sua scelta presente nella provincia di Forlì-Cesena dove risiede - conclude l’avvocato -. Lavori di pubblica utilità dalla durata di un anno, due volte a settimana per due ore».

La vicenda

I due giovani, come detto, erano colleghi di lavoro in uno street bar di Milano Marittima. Oltre a condividere le giornate e le serate lavorative insieme, però, la notte la passavano nella stessa camera, in un appartamento che il titolare forniva ai propri dipendenti durante il periodo clou della stagione. Proprio qui la ragazza, che non si è costituita parte civile nel procedimento, nel 2023 stando all’accusa sarebbe stata violentata dal compagno di stanza. I fatti si sarebbero svolti una notte, al rientro da una discoteca, dove la vittima si era recata con alcuni colleghi terminato il lavoro. La giovane si sarebbe trovata nella stanza con il giovane e qui, nel letto, sarebbe stata palpeggiata. Da quel momento prima le confidenze ad alcuni colleghi e conoscenti, poi la denuncia, le indagini e l’inizio del processo.

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