Forlì. Nell’ultimo anno 156 persone sono state morse da un cane in provincia

Forlì

Sono stati 156 i morsi da parte di cani registrati in provincia dall’Ausl Romagna nell’ultimo anno. Numeri ben lontani da Rimini che con 268 episodi di morsicatura, è seconda in regione ma che aprono comunque un capitolo ancora poco conosciuto legato alle adeguate conoscenze che gli stessi proprietari di cani non hanno nei confronti dei loro amici a quattro zampe. Sono, purtroppo, ancora troppo spesso le mode del momento che guidano l’acquisto o l’adozione di un cane e come sempre a farne i conti sono i quattro zampe. Animali scelti per motivi estetici o perché in voga senza minimamente conoscere né considerare attitudini e motivazioni di razza. A ciò si unisce la totale mancanza di competenze cinofile indispensabili per capire come comunica il cane.

«A seconda del soggetto con cui abbiamo a che fare - spiega Giuliano Lazzarini, medico veterinario specialista nelle malattie dei piccoli animali e direttore veterinario del canile comprensoriale forlivese - , ci troviamo davanti cani che hanno diverse predisposizioni come, ad esempio, alla presa, altri al coordinamento del branco altri ancora alle attività di lavoro. In questo momento storico vanno molto di moda i cani cosiddetti da presa, come American staffordshire e Pitt Bull. Sono cani che, per chi è inesperto, possono diventare più difficili da gestire all’interno della famiglia». Sono tanti, troppi, i Fido che entrano all’interno del canile perché non gestiti bene dal proprietario oppure perché acquisiti per capriccio e non dalla giusta consapevolezza. Purtroppo capita sempre più spesso che all’interno della struttura comunale finiscano molossi e simili, spesso maschi, che non hanno fatto le giuste e corrette esperienze nella prima parte della loro vita rendendo più difficile la loro adozione. «All’interno del canile a seconda degli anni – continua Lazzarini - , notiamo la presenza di cani la cui acquisizione o acquisto ha seguito la moda del momento: a seguito de La Carica dei 101 abbiamo avuto tanti dalmata, razze che spesso è po’ “anarchica”. Poi c’è stato il boom delle razze nordiche, come Alaskan malamute e Siberian Husky senza dimenticare i cani spesso sfruttati per l’attività venatoria quando i cacciatori non erano sufficientemente motivati ad avere un compagno e non meramente uno strumento che fosse utile allo scopo. Negli ultimi anni la moda è quella di prendere Amstaff, Pit bull e simili che, purtroppo, finiscono per riempire le pagine dei giornali perché qualcuno ha preso un morso».

Ci vuole, dunque, la giusta consapevolezza ed è altrettanto importante affidarsi a persone competenti nella scelta di quello che diventerà a tutti gli effetti un membro della famiglia. «Sarebbe indispensabile fare maggiore sensibilizzazione nelle scuole – conclude il veterinario – per capire fin da piccoli esigenze e caratteristiche degli animali da compagnia che sono esseri viventi e non cose da regalare per Natale o Pasqua ma piuttosto soggetti che hanno specifiche peculiarità ed esigenze che bisogna essere in grado di gestire».

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