Forlì. Nasce la Fondazione Mercury per sostenere il polo tecnologico aerospaziale
Si costituisce la fondazione Mercury con lo scopo di rafforzare la filiera del Polo tecnologico aerospaziale di Forlì. Il Comune, insieme alla Fondazione Cassa dei Risparmi, sarà uno dei due soci fondatori. «Un passo concreto che rappresenta un’accelerazione e un rafforzamento di quella che senza dubbio è un’eccellenza del territorio romagnolo, ovvero il Polo Tecnologico Aeronautico forlivese - afferma l’assessora Paola Casara- .Con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, socio fondatore e nostro partner in tantissimi progetti volti allo sviluppo culturale, economico e socio-educativo della città, lavoreremo per mettere in sinergia tutti gli elementi che compongono il sistema forlivese dell’aerospazio e dare vita a quell’hub regionale sostenuto dallo stesso assessore Colla già nel precedente mandato». Mercury, quindi, sarà composto da due soci fondatori e da soci partecipanti (ovvvero tutte quelle realtà pubbliche e private che intendono aderire ndr). Comune e Fondazione Carisp versaranno 80mila euro per tre anni, mentre per i soci partecipanti è prevista una quota annua di 40mila euro da corrispondere al fondo di gestione di Mercury. «La nuova fondazione, infatti, ha come obiettivo quello di mettere a terra gli indirizzi e le risorse che ruotano attorno al Polo Tecnologico Aeronautico, partendo dallo sviluppo scientifico, professionale e tecnologico dell’intero sistema - prosegue Casara -. È un piccolo atto verso la realizzazione di un progetto più grande, lungimirante, di cui vogliamo fare la regia guardando al futuro e alla crescita delle nuove generazioni. La Fondazione, inoltre, dialogherà con le istituzioni pubbliche ma anche con le imprese del territorio e gli operatori del settore altamente qualificati». In altre parole, dopo quasi tre anni, si da gambe al protocollo d’intesa siglato nel 2022 tra Comune, Fondazione Carisp di Forlì, Università e Camera di Commercio. Proprio in sede di discussione in commissione consiliare (ieri pomeriggio ndr) diversi i dubbi del Pd e degli altri gruppi di minoranza, specie sul fatto che tra i soci fondatori non rientrino Università e Camera di Commercio, invece firmatari del protocollo d’intesa. La consigliera Elisa Massa fa presente: «Non poteva essere scelta un’altra strada oltre a quella della fondazione»? Il consigliere dem Graziano Rinaldini: «Lodevoli gli intenti, ma con 40mila euro di ricerca se ne fa ben poca. Non si poteva collegarsi con la già esistente Romagna Tech»? E’ l’assessora Casara a puntualizzare: «La Camera di Commercio, non è solita aderire a fondazioni, ma ciò non esclude una sua collaborazione. Così come l’università è favorevole al progetto, potrebbe scegliere di optare per essere un socio partecipante. La forma della fondazione ci è stata consigliata da esperti. Quanto a Romagna Tech, incubatore d’impresa, potrebbe aderire perchè il nostro è un progetto aperto. Questo è solo un primo passo, volevamo dare un segnale ed era necessario partire».