Forlì. Massimiliano Petrini, il clown che regala sorrisi in corsia

Forlì

È possibile regalare un sorriso alle persone che soffrono? C’è chi ci crede ogni giorno e ci prova da una vita. Si tratta di un papà che ha deciso di far ridere i malati facendo il clown in corsia.

«Sono stato ideatore e fondatore di Vip Forlì (Viviamo InPositivo) e ora sono socio attivo» afferma Massimiliano Petrini, padre, ricercatore e appunto, clown in corsia. Non è solo un’associazione di volontariato ma è molto di più. Nel 2002 Massimiliano Petrini, clown Caramello, ha fondato il primo gruppo di clownterapia di Forlì, “I Piadinas”.

«Nel 2003 dal desiderio di unirsi ad altre associazioni di clownterapia presenti in Italia, è nata Vip Forlì, associazione di volontariato federata a Vip Italia, con cui condividiamo il desiderio di portare sorrisi, gioia e colori in tutti i luoghi di disagio e sofferenza, senza alcun tipo di distinzione, discriminazione o giudizio». Sono stati molti i progetti coronati nel tempo. «In questi anni siamo andati in ospedale al Morgagni-Pierantoni, a Forlimpopoli, presso case di riposo come Casa Mia – racconta Massimiliano Petrini – e abbiamo fatto il progetto a Tuzla in Bosnia in cui abbiamo formato dei volontari, in pratica andavamo due volte all’anno e visitavamo ospedali, orfanotrofi, asili, scuole e campo profughi».

Non si tratta di semplice passatempo ma di una vera e propria missione. «Far parte di Vip – prosegue Massimiliano Petrini – vuol dire entrare in una famiglia di pazzi in cui ci si comporta come un clown, con l’innocenza, la curiosità di un bambino. In questo gruppo si cerca di insegnare il pensiero positivo da applicare non solo durante l’attività ma anche nella vita quotidiana. Il volontariato fa bene al cuore e all’anima».

Come è nato questo percorso? «A partire dagli anni 2000 – spiega Massimiliano Petrini – sentivo la necessità di donare parte del mio tempo e di me agli altri. Così ho pensato quale fosse il modo migliore per farlo. Ho cercato fra le varie associazioni di volontariato presenti sul territorio ma non riuscivo a trovare quella giusta per me. È stato proprio in quel momento che l’idea è arrivata. Il mio caro nonno affetto da tumore sorrideva ed era felice solo alla mia presenza. Ho riflettuto su questo. Portare il sorriso alle persone sofferenti divenne il mio obiettivo. Ed è così che è nata la mia avventura in corsia che continua tutt’ora».

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