Forlì: maggioranza divisa e sindaco più debole dopo il caos al consiglio comunale VIDEO

L’elezione del presidente del consiglio ha fatto emergere che chiaramente non va tutto bene all’interno della maggioranza. Le frizioni, infatti, sono ormai più che evidenti con Marco Catalano che è stato “umiliato” dal suo partito e la Lega che, praticamente, dichiara guerra dopo che gli accordi politici sono saltati. Cosa è emerso dal consiglio comunale di martedì? Sicuramente esiste un prima e un dopo le 1.247 preferenze incassate da Paola Casara, assessora ed esponente di spicco della Civica. Proprio quest’ultima, in un braccio di ferro con la Lega, ha avuto la meglio con l’elezione del “suo” geometra Loris Ceredi.

Per dirla con le parole del consigliere del Pd, Giulio Marabini, «La Civica è diventata azionista di maggioranza» che però «ha una porta girevole da cui entrano ed escono persone legate sia al centrodestra che al centrosinistra» (il riferimento è chiaramente all’area dell’ex parlamentare Marco Di Maio, che non viene mai nominato, ma che comunque è confluita nella lista civica a supporto di Zattini, ndr). Tutti aspetti che non passano inosservati, ma ciò che stupisce è il silenzio del primo cittadino Gian Luca Zattini che prima si astiene e non dà il benestare alla candidatura di Ceredi e poi taglia le gambe in definitiva a Marco Catalano votando il suo geometra e scaricando la Lega per la seconda volta (in partenza secondo i patti politici doveva essere Daniele Mezzacapo il candidato alla presidenza). Non solo, La Civica così facendo ha dimostrato tutta la sua prepotenza perché secondo i ben informati ha barattato la presidenza del consiglio comunale per le posizioni all’interno delle partecipate che saranno in mano a Fdi. La Lega, quindi, rischia di prendere una terza botta: a breve si devono rinnovare le cariche all’interno di Alea, la cui presidente Simona Buda è in quota Carroccio. Anche La Civica comunque è spaccata al suo interno, difficile comprendere come Alessandra Ascari Raccagni (esponente del Pri) potrà proseguire il suo percorso all’interno dopo essersi autocandidata come presidente e poi astenuta al ballottaggio senza sostenere Ceredi.

Insomma, nonostante si voglia far passare il messaggio contrario, la maggioranza è spacchettata: con la Lega (che dice di essere prossima a crescere come gruppo), Ascari Raccagni e Marco Catalano battitori liberi, il sindaco non dorme sonni tranquilli perché basta lo spostamento di un’altra pedina che la maggioranza “sicura” fa presto a sgretolarsi. Ma d’altra parte Zattini, da democristiano qual è, fa fare prima agli altri e poi mette una pezza che a volte può risultare peggio del buco dal momento che questa volta a saltare all’interno della maggioranza, di fatto, è stata la fiducia. Ora, chi può fidarsi di chi se gli accordi presi saltano in meno di un amen?

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