Forlì, lavoro e retribuzione: la Cgil denuncia le differenze tra uomini e donne

Forlì
  • 23 novembre 2024

Nel 2023 in provincia di Forlì-Cesena il tasso di disoccupazione femminile (7,1%) è stato più del doppio di quello maschile (3,4 %). Un dato che deve far riflettere. Specie se si considera il fatto che le percentuali mostrano solo in parte la discriminazione di genere e rappresentano solo chi sta cercando attivamente lavoro, lasciando escluse le persone che hanno abbandonato la ricerca di un impiego perché ci hanno rinunciato, perché si devono occupare a tempo pieno dei familiari o perché si trovano in una relazione abusante in cui il partner ostacola la ricerca di un lavoro. «Da metà novembre fino alla fine dell’anno le donne lavoreranno gratis – afferma in una nota la segretaria della Cgil Forlì-Cesena, Maria Giorgini –. Questa frase potrebbe suonare come una provocazione ma non lo è, anzi descrive la realtà: la spiegazione è da ricercare nella differenza retributiva tra maschi e femmine. Guardando i dati più recenti nella nostra provincia il divario giornaliero è pari al 26,4% e se ci soffermiamo sulla retribuzione media annua sale al 32,08%. Un gap che dipende da più fattori, tra questi ricordiamo la forte incidenza della discriminazione nei percorsi di carriera, del part time involontario, precarietà e dei periodi di non lavoro». Ma non è tutto. «I temi delle discriminazioni strutturali e della violenza sistemica sono legati a doppio filo: gli stereotipi incentivano sia gli abusi in famiglia che nei posti di lavoro, accrescendo l’impossibilità di crearsi percorsi di vita indipendenti perché si è soggette a ricatti psicologici e economici, quando la discriminazione arriva alle conseguenze più gravi avvengono i femminicidi – prosegue la segretaria –. Quest’anno in Italia sono stati commessi più di cento femminicidi, più della metà per mano di partner, ex partner o famigliari della persona uccisa».

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