Forlì. La Protezione civile si rafforza. Regione e Prefettura al lavoro per risolvere il nodo della sede

Forlì

Quando, nel maggio del 2023, i fiumi hanno rotto gli argini, al momento delle prime allerte è scattato un protocollo ad hoc che ha scandito passo dopo passo i movimenti della Protezione civile. Qualcosa ha funzionato, qualco’altro era migliorabile. Da quell’evento in particolare, a bocce ferme, il Comune ha deciso di rimettere mano al Piano di Protezione civile. Dopo un lungo percorso, infatti, l’Amminstrazione è pronta ad adottare nuovi accorgimenti in giunta, la quale nel frattempo ha preso in esame una serie di proposte avanzate dalla minoranza. Insomma, si è arrivati all’elaborazione di un documento finale che recepisce in parte o in larga parte i suggerimenti dell’opposizione. «Un percorso non scontato», sottolinea il presidente dem della commissione consiliare, Giulio Marabini. «Abbiamo valutato attentamente i suggerimenti pervenuti - esordisce l’assessore Giuseppe Petetta -, l’obiettivo era arrivare ad una revisione del Piano di Protezione civile che fosse più trasversale possibile». Tra le questioni più delicate da affrontare, indubbiamente, c’è quella che riguarda l’Ufficio di Protezione civile che, ad oggi, conta una sola unità in servizio, ovvero il responsabile Marcello Arfelli, referente per il capoluogo e per gli altri 14 Comuni del comprensorio. «E’ necessario implementare e potenziare la macrostruttura della Protezione civile - prosegue l’assessore -, gli scenari sono oggi mutati. Per tali ragioni, attraverso il piano delle assunzioni, è previsto l’inserimento di un’altra unità all’interno dell’Ufficio di Protezione civile. A supporto, inoltre, verrà costituito una squadra o gruppo trasversale dell’Amministrazione sulla falsa riga del Coc (Centro operativo comunale). In altre parole ogni servizio comunale metterà a disposzione una persona, sia in tempi di pace che durante l’emergenza». Altra questione è quella che riguarda la sede della Protezione civile in via Cadore e che attualmente è collocata in un immobile della Provincia. Una palazzina, anche alla luce di quanto accaduto, che è ubicata in uno dei punti più critici della città. «La sede della Protezione civile - spiega Marcello Arfelli - è ubicata in una posizione strategica, vicina alla tangenziale. La collocazione, quindi, è ottima ma a maggio 2023 i locali sono stati evacuati in quanto si sono allagati (il rischio si è paventato anche a settembre 2024 ndr). Nel mio libro dei sogni, la soluzione ideale sarebbe quella di veder messo in sicurezza il fiume Montone da parte della Regione». Ed è proprio la Regione, essendo materia di sua competenza, ad essersi messa al lavoro insieme alla Prefettura per individuare una nuova soluzione ed eventualmente un immobile alternativo. «Si è già al lavoro in questo senso, il Comune ha già avuto interlocuzioni con Regione e Prefettura - conclude Petetta -. L’obiettivo è proprio quello di lavorare di concerto per adottare una soluzione più sicura».

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