Forlì, l’Ordine dei medici è pronto a radiare i medici indagati per assenteismo. Gaudio: «E’ un fatto gravissimo»

Forlì

«I cittadini non perdano la fiducia nel conforto della professione medica per colpa di dieci assenteisti che rappresentano una parte insignificante della professione». Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici di Forlì, è decisamente furioso per quanto accaduto nei giorni scorsi.

L’episodio a cui si riferisce è quello relativo alle dieci perquisizioni eseguite dalla Polizia di Stato su delega della Procura della Repubblica di Forlì a carico di altrettanti medici che hanno svolto servizio presso la guardia medica di Forlì. I medici sono indagati per truffa, reati di falso ed interruzione di pubblico servizio. Le indagini sono partite in seguito a un esposto dell’Ausl a causa delle numerose segnalazioni per “mancate risposte” dei medici di guardia arrivate da pazienti che non aver ricevuto alcuna assistenza medica.

Prassi consolidata

«Dieci medici inadempienti sono tanti - afferma Gaudio - inizialmente erano quattro quelli già individuati da un’ispezione che aveva fatto l’Ausl. Evidentemente sono state fatte ulteriori indagini e sono stati coinvolti anche altri medici. La cosa preoccupante è che sembra fosse una prassi consolidata. In sostanza - spiega Gaudio - il turno dura 12 ore durante le quali devono essere presenti tre medici ognuno con un apparecchio telefonico in dotazione per rispondere alle numerose necessità dei cittadini. Telefonate smistate quindi su tre apparati telefonici che devono rispondere. La centrale si è però resa conto che due erano sempre staccati e l’unico attivo era sempre occupato. In pratica era funzionante solo un telefono e i tre medici si dividevano i turni di 12 ore in mini turni da 4 ore, uno alla volta. E’ una cosa gravissima - sottolinea il presidente dell’Ordine - perché non si tratta di un call center o di un provider telefonico, ma di non rispondere a esigenze di salute dei cittadini. Appena ho avuto notizia giovedì scorso ho chiesto i nomi di questi colleghi alla Procura. Io ho solo contezza dei primi quattro, tre iscritti all’Ordine di Forlì e uno all’ordine di Bologna, ma che lavora a Forlì. Sono pronto a prendere provvedimenti, ma posso gestire solo i medici iscritti all’Ordine di Forlì, devo ancora sapere quali sono i forlivesi e acquisire gli atti, per poi aprire i provvedimenti disciplinari, che però saranno sospesi fino alla sentenza di primo grado».

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Provvedimenti disciplinari

I provvedimenti dell’Ordine saranno commisurati in base alla sentenza di primo grado. «Sono pronto a sanzionarli e anche a radiarli se ci sono gli estremi dopo il primo grado. Il comportamento è comunque da sanzionare in maniera importante - afferma risoluto Gaudio - la cosa che mi preoccupa di più è il danno d’immagine. Qui parliamo di risposte alla salute dei cittadini. Studierò anche la possibilità di costituirci come parte civile e di chiedere un danno d’immagine. Già è un periodo difficile per la sanità che non riesce a dare tutte le risposte necessarie, questo poi si traduce nel venire meno della fiducia delle persone nel sistema sanitario. Mi auguro che la procura entro la settimana mi mandi i nomi e gli atti così posso avviare i colloqui e aprire i provvedimenti disciplinari che verranno sospesi in attesa della sentenza di primo grado».

Abolizione test d’ingresso all’università

Il presidente dell’Ordine dei medici interviene anche sull’abolizione del test d’ingresso alle facoltà di Medicina approvata di recente dal Senato.

«Il numero programmato andrebbe mantenuto e andrebbe ragionato con gli strumenti che ci sono oggi, che permettono di capire cosa succederà fra dieci anni in termini di ricambio generazionale. Andranno in pensione 6.500 medici - spiega Gaudio - di nuovi ce ne saranno 16mila, quindi andiamo incontro a una pletora di laureati che resteranno a piedi. E’ vero che adesso c’è una carenza di medici, ma non è che un medico si forma in breve tempo, i nuovi medici che usciranno fra dieci undici anni, saranno superiori al numero di medici necessari per gestire la sanità».

Gaudio sottolinea poi che la sofferenza del sistema sanitario non dipende solo dalla mancanza di risorse economiche, ma soprattutto da una programmazione sbagliata che risale a tanti anni fa. «Anche se raddoppiano i fondi non risolviamo i problemi perché è un’organizzazione che risale al 1992, data dell’ultima riforma sanitaria. In qualsiasi paese d’Europa sono state fatte almeno due riforma sanitarie negli ultimi 30 anni, mentre in Italia la riforma del sistema sanitario nazionale non è contemplata e quindi continuiamo ad andare avanti per abbrivio, confidando più che altro sul sacrificio degli operatori sanitari. I bisogni sanitari sono completamente cambiati dal 1992 ad oggi, andrebbe riprogrammato tutto il sistema».

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