Forlì. “Io, agricoltore costretto a buttare 300 quintali di uva dopo l’alluvione”
“Avevo la vendemmia prenotata proprio lo scorso 18 settembre, quando poi è iniziato a piovere. Con l’alluvione della scorsa settimana ho perso dai 200 ai 300 quintali di uva. Senza considerare che con i frutti raccolti a seguito dei 300 mm di pioggia caduti ci troviamo di fronte ad un abbassamento del grado del vino che verrà prodotto quest’anno».
E’ la testimonianza di Alberto Mazzoni che, oltre ad essere vicepresidente del Consorzio difesa della Romagna e vicepresidente di Confagricoltura, gestisce un’azienda agricola in via del Braldo a Villa Rovere che è stata colpita dall’alluvione del 18 e 19 settembre scorsi. «I danni hanno riguardato soprattutto la parte vitivinicola dell’azienda, l’acqua è arrivata anche all’interno dell’allevamento ma fortunatamente senza conseguenze mortali per gli animali - prosegue Mazzoni -. In poche ore è stato vanificato il lavoro dei mesi precedenti perché il fango che scendeva da Monte Poggiolo è finito nei canali di scolo. Il risultato è stato che per cinque giorni c’è stato mezzo metro d’acqua tra i filari pronti per la vendemmia». Insomma, un’altra botta per l’azienda agricola che già nel 2023 aveva subito ingenti danni.
«Fino ad ora abbiamo ricevuto indennizzi parziali, riscontrando difficoltà con le procedure della Regione e della Struttura commissariale - aggiunge il vicepresidente del Consorzio difesa della Romagna -. Purtroppo, si rischia di vanificare quanto si era riuscito ad ottenere grazie all’aiuto della Camera di Commercio Forlì-Cesena e Rimini. E’ una battaglia continua». Adesso, però, si aggiunge un’altra questione: il Governo vuole imporre l’obbligo assicurativo per le aziende a partire già da gennaio 2025. «Credo che tutti noi vorremmo assicurarci contro gli eventi catastrofali - sottolinea Mazzoni -, ma è sotto gli occhi di tutti che le compagnie assicurative non ci accompagnano in quanto non ci sono le coperture. Oggi eventi come quello del maggio 2023 e quello della scorsa settimana sono ormai un rischio certo. La soluzione non è fare la guerra delle polizze che comunque non coprono». In altre parole, per l’imprenditore agricolo bisogna dare priorità alla messa in sicurezza del territorio e alla revisione del sistema assicurativo per le aziende.
«Prima di tutto serve un progetto di messa in sicurezza puntuale e mirato, non l’obbligatorietà ma un cambio di passo in tal senso - conclude Mazzoni -. Inoltre, il sistema attuale mal si coniuga con le esigenze agricole. Andrebbe completamente rivisto e adattato ai momenti che stiamo vivendo, non solo andrebbe ricordato che molto spesso quando parliamo di aziende agricole sotto i 25 addetti ai lavori e non realtà che possono considerarsi “colossi” del settore».