Forlì. Il sindaco Zattini: «Priorità alla sicurezza del territorio. Il 2025 sarà l’anno del polo aerospaziale»

Forlì

Se la fine dell’anno è il periodo indicato per fare un bilancio di quanto fatto negli ultimi dodici mesi, il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini può dire di avere superato due prove fondamentali. La prima, più importante, quella legata alla salute: ad agosto l’annuncio shock di una malattia “indesiderata” che aveva preoccupato tutti, a dicembre il sollievo di esami che hanno escluso problemi e che possono fare dire al sindaco «Sto bene». L’altra, le elezioni amministrative di giugno che lo hanno confermato alla guida della città.

Sindaco, una rielezione difficile, si aspettava questo esito?

«Ci contavamo ovviamente, anche se c’era l’incognita alluvione, super sfruttata dall’opposizione in campagna elettorale. E poi ho avuto la grande soddisfazione di ribaltare un voto politico che ci aveva visto nettamente sotto alle Europee, e che a livello amministrativo abbiamo ribaltato. Vuol dire che i cittadini hanno capito l’impegno e le difficoltà che abbiamo vissuto in questi 5 anni».

Nonostante qualche malumore interno alla coalizione.

«Devo dire che abbiamo avuto un primo periodo difficoltoso e doloroso anche per alcune situazioni che non mi rappresentano e non mi danno soddisfazione. Adesso la situazione è totalmente sotto controllo, i partiti sono tutti orientati in un concetto di amministrazione condivisa, per guidare la città nei prossimi 5 anni».

Anche a livello nazionale si vedono piccole divisioni, battibecchi nel governo: è così difficile fare politica?

«Un po’ di maretta c’è sempre stata, prima era tra le correnti di un partito. L’importante è che ci sia unità quando si vota. In Italia abbiamo l’unico governo europeo che mantiene un consenso stabile e ha solidità».

A proposito di elezioni, le ultime sono state quelle regionali. Il suo rapporto con il neo presidente De Pascale?

«Ho subito rappresentato la volontà e la necessità, ma anche la soddisfazione, di lavorare assieme. Siamo veramente dell’idea che a livello amministrativo ci siano tutte le condizioni per fare un buon lavoro. Con De Pascale ho storicamente un buonissimo rapporto perché è stato un ottimo sindaco e una persona corretta sotto tutti i punti di vista e non ho dubbi che sarà un ottimo presidente di Regione. Abbiamo già individuato alcuni temi che saranno trattati, come l’aeroporto, la sanità, il territorio».

Qual è la sua opinione sul prossimo commissario per l’alluvione che il governo deve nominare?

«Serve un commissario che sia in grado di gestire il tutto. Figliuolo ha fatto un buon lavoro, è stato presente e attento. Aveva un ruolo operativo. Spero che la scelta non sia un ulteriore pretesto per divisioni e polemiche. Noi come protagonisti sul territorio avremo l’obbligo e il dovere di lavorare in piena sintonia con chiunque sia il nuovo commissario».

Il territorio resta un punto dolente per i cittadini, in molte zone ogni volta che piove sale la preoccupazione.

«La prima cosa che chiederò al commissario e al presidente De Pascale sarà lavorare alacremente e rapidamente per la sicurezza del territorio, prima ancora del tema dei ristori e dei rimborsi. Adesso abbiamo bisogno di mettere in sicurezza i nostri fiumi, per quanto riguarda Forlì soprattutto il Montone. Non è pensabile che ogni nube diventi un incubo per migliaia di cittadini, sindaco compreso, perché in questi mesi abbiamo passato più di una notte in Comune a misurare i centimetri che mancavano al disastro. Questo non è più ammissibile».

La recente classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita che vede Forlì fare un balzo in avanti cosa significa?

«Abbiamo guadagnato 27 posizioni, nessuno ha fatto meglio in Italia. Siamo il capoluogo più performante a livello nazionale. Alcuni indicazioni ci fanno ben sperare che le politiche messe in campo abbiano dato i risultati sperati. A me ha dato grande soddisfazione anche il quinto posto della classifica di Legambiente sulle città green e che hanno a cura la tutela ambientale».

Dove sarà possibile migliorare?

«Sicuramente sulla sicurezza, anche se abbiamo fatto un balzo di 50 posizioni, si deve fare di più e meglio perché se il cittadino è spaventato, io mi devo preoccupare di quello, anche se il dato oggettivo magari è diverso. Noi stiamo facendo tanto. Siamo in un ambiente in cui la qualità della vita è percepita, soprattutto da chi viene da fuori per motivi di lavoro e studio, e poi pensa di radicarsi. Magari chi ha sempre vissuto Forlì è troppo critico».

Alcuni temi economici, iniziamo dall’aeroporto?

«E’ un tema che avremo in agenda con il presidente De Pascale. Vogliamo essere partecipi del progetto annunciato di una rivisitazione delle politiche aeroportuali regionali che accanto a Bologna vedono Forlì, Rimini e Parma come aeroporti che hanno uno spazio per poter potenziare la loro offerta e sostenibilità. Devo sempre ricordare che il nostro è un aeroporto totalmente privato e devo ringraziare gli imprenditori che stanno portando avanti il progetto facendo grandi sforzi».

Tra questi anche la famiglia Silvestrini che ha permesso la crescita di Unieuro prima del passaggio a Fnac Darty. Preoccupato di questo cambiamento?

«E’ un progetto di integrazione che ci attenziona. Ho avuto modo di incontrare l’amministratore delegato della società che ha acquisito Unieuro e ha dato garanzie di continuità per quanto riguarda la sede forlivese e l’occupazione. Siamo vigili, ma anche in questo caso parliamo di una società privata».

Entriamo nel 2025, ma si avvicina anche il fatidico, per il Pnrr, 2026. Facciamo il punto?

«Noi abbiamo una situazione sotto controllo. E’ una delle valutazioni che settimanalmente facciamo con gli uffici, le criticità che potevano prospettarsi su alcuni cantieri importanti si sono allentate alla luce del fatto che alcuni finanziamenti sono stati spostati dal governo dal Pnrr ad altre tipologie. Sono tutti cantieri da attenzionare perché la tempistica è strettissima, ma non ci sono criticità. Io posso vantare un primato: fui uno dei primi a rappresentare che il Pnrr era una grande opportunità, ma portava grandi difficoltà per vari motivi, dalla complessità dei cantieri alla tempistica stretta».

Al di là del Pnrr ci sono altre importanti opere che vedono in prima linea il Comune: ex Eridania. Monastero della Ripa, Hotel della città. Come è la situazione in questo caso?

«Fin dall’inizio ho detto che abbiamo fatto il passo più importante rendendoli patrimonio pubblico, bloccando speculazioni evidenti. Ricordo sempre che la scheda Poc di precedenti Amministrazioni prevedeva nell’area ex Eridania una colata di cemento. Noi abbiamo promesso che al centro del nostro progetto ci sarà prima di tutto un grande parco, poi la ristrutturazione degli edifici è tutta da valutare perché si tratta di un impegno economico enorme. Non posso fare promesse di interventi in tempi rapidi. Per quanto riguarda la Ripa il percorso è in mano al ministero della Cultura, c’è stata la conferma di un investimento importante, sul quale una parte della politica ha contestato che la città di Forlì abbia avuto un trattamento privilegiato da parte del governo. Questa è una delle cose più dolorose nel fare il sindaco, quando non si accoglie favorevolmente qualcosa che è per la città».

Infine, per il 2025 cosa si aspetta?

«Nel prossimo anno il mio sogno sarebbe il decollo e la concretizzazione del polo aerospaziale, qualcosa che sembra lontano, ma può avere delle prospettive di sviluppo economico per il nostro territorio senza pari. E’ il futuro e noi ci vogliamo essere, ci sono tutte le condizioni e stiamo lavorando. Spero già nei primissimi mesi dell’anno di poter decollare con la fondazione e poi partire con una struttura c

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