Forlì, i Romiti chiedono lavori per la sicurezza del territorio

Forlì
  • 16 marzo 2025

Sono passati quasi due anni dall’alluvione del 2023 ma la paura e le preoccupazioni dei residenti del quartiere Romiti sono le stesse ogni volta che si verifica una piena del Montone o che piove forte. La paura non si combatte col tempo o con le parole, servono soluzioni concrete che garantiscano la sicurezza del territorio. Venerdì il fiume è tornato a fare paura, ma per fortuna è andato tutto bene. La pulizia dei fiumi e gli interventi negli argini hanno contribuito all’esito positivo, ma non basta, servono le opere importanti.

«La comunità ha risposto bene alla situazione, pur con la paura e la preoccupazione i residenti hanno ascoltato tutte le indicazioni che abbiamo fatto come comitato di quartiere – afferma il coordinatore Stefano Valmori – hanno seguito le comunicazione ufficiali del Coc e del comitato di quartiere, ma la preoccupazione resta forte poiché si è arrivati ad una soglia di allarme anche se non era caduta così tanta pioggia come l’altra volta. La gente era molto preoccupata, ma siamo contenti perché gli argini hanno tenuto ed è andata bene». Nei quartieri già colpiti dalle alluvioni ieri si è tirato un sospiro di sollievo, ma manca sempre la tranquillità per il futuro. «Non possiamo appena c’è allerta rossa o appena aumentano le piogge avere la preoccupazione che il Montone possa esondare – prosegue Valmori – . Bisogna tutelare i cittadini e anche la natura. Coloro che devono intervenire (Comune, Provincia, Consorzio di bonifica, Regione e Stato) ci diano un segnale il prima possibile. Abbiamo fatto un incontro poco tempo fa, ora bisogna cominciare a realizzare le opere, faccio un appello come Comitato di quartiere a tutti gli enti coinvolti, devono essere loro a dare una risposta concreta alla cittadinanza. Io parlo per il quartiere Romiti, spero che anche gli altri quartieri facciano lo stesso. La vera tranquillità sappiamo che non c’è. Bisogna fare quello che veramente serve, un progetto, una programmazione per fare in modo e maniera che tutte le volte che piove non sia un dramma. Ad esempio, quando faranno le casse di laminazione che dovrebbero risolvere il problema delle piene?. Ci dicano quando si concretizzeranno gli interventi che servono, ben studiati. Ad oggi a parte il disboscamento e un po’ di ruspe sugli argini non abbiamo visto molto, vogliamo sapere quali sono gli interventi importanti e quando partiranno. Vogliamo avere una sicurezza per i prossimi anni, vogliamo sapere qual è il futuro di un territorio che si sta rialzando con fatica, amiamo il nostro quartiere e non vogliamo che si spopoli».

Valmori chiama poi in causa il Consorzio di bonifica: «Stiamo aspettando invano il Consorzio di bonifica, il fontana 1 è stato ricostruito e va bene, ma vogliamo sapere, senza essere presi in giro, quando faranno i lavori del Fontana 2, sono passati due anni, quando iniziano i lavori di questo importante manufatto? Siamo ancora qui ad aspettare. Ci dicano veramente le cose come stanno, mancano i soldi? Diteci perché e quando arriveranno. Ci vorrà tempo? Diteci quanto. Noi vogliamo che qualcuno ci dica: signori ai Romiti la situazione è questa, facciamo questi progetti, ci metteremo tot tempo a farli. Pretendiamo di sapere di che morte dobbiamo morire: se dobbiamo essere fiduciosi che i lavori vengano fatti, oppure no».

Infine un monito sulla situazione dopo l’ultima piena. «Di questa fiumana che è arrivata venerdì sera ci sono ancora i tronchi nel ponte di Schiavonia e nel ponte della ferrovia, vanno tolti subito e ci auguriamo che lo facciano».

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