Forlì. Grande partecipazione alla marcia della pace dal carcere fino al Duomo FOTOGALLERY

Forlì

Alcune centinaia di forlivesi hanno preso parte, ieri pomeriggio, alla 45° edizione della Marcia della Pace nel cuore della città. Promossa dalla Diocesi di Forlì - Bertinoro, la manifestazione ha preso il via direttamente all’interno della Casa circondariale di via Della Rocca, con un primo breve intervento della direttrice Carmela Di Lorenzo, che ha aggiornato i presenti sui numeri attuali della struttura detentiva forlivese, e del vescovo Livio Corazza, che ha ricordato come proprio quel luogo costituisca la seconda tappa del lungo cammino giubilare diocesano, avviato domenica a San Mercuriale. In testa al corteo, che è sfilato silenzioso lungo Corso Diaz fino a raggiungere la sede comunale in piazza Saffi, oltre alle autorità locali civili e religiose, c’erano anche 4 detenuti eccezionalmente ammessi alla marcia in segno di riconciliazione con la comunità, e Mohamed Ballouk, presidente della moschea islamica di via Masetti. Davanti al Municipio, nell’atto di avere copia del Messaggio di Pace al Mondo di papa Francesco, il sindaco Gian Luca Zattini ha ammesso come ricevere un documento del genere comporti sempre una grande responsabilità: «Se pensate - ha dichiarato il primo cittadino di Forlì - che le spese che si stanno sostenendo nel mondo per alimentare le guerre peggiori, sarebbero sufficienti a vincere la fame di miliardi di persone, capite che questa è la nostra battaglia, la nostra stella polare». Il corteo ha poi raggiunto la Prefettura. Nel suo breve intervento, il prefetto Rinaldo Argentieri ha ricordato che proprio ieri è stata firmata una “Carta dei Valori” fra la Prefettura e i rappresentanti della comunità islamica, «per realizzare iniziative e progetti volti a dare concretezza ai nostri valori costituzionali, a cominciare dal rispetto dei diritti della persona». Nel corso della Messa in Cattedrale, monsignor Corazza ha incentrato l’omelia sul Messaggio di Papa Francesco per la 58° Giornata mondiale della Pace. «Ci eravamo fermati. Avevamo sì promosso tante marce, ma camminava il corpo, mentre la mente e il cuore andavano in un’altra direzione». La pace nasce dal di dentro di ciascuno di noi. «Come Maria - continua il celebrante - siamo chiamati a prenderci cura delle persone e delle vite che ci sono affidate. Cristo è il principe della pace e ci dà sempre la possibilità di ricominciare. Il grande dono del Giubileo è il dono che ci viene dato per ripartire. A vincere il male che è dentro di noi».

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