Forlì. Giorgini (Cgil): «Nel 2024 abbiamo lottato su più fronti e aperto sportelli a tutela dei lavoratori»

Forlì

Tempo di bilanci in casa Cgil Forlì-Cesena, sindacato che in provincia vanta ben 32 sedi in 30 comuni. A tirare le somme e a spiegare gli obiettivi futuri è la segretaria provinciale Maria Giorgini.

Dal punto di vista del lavoro che anno è stato il 2024?

« E’ stato un anno difficile per tante persone e famiglie. L’inflazione registrata nel biennio 2022/2024 pari al 16,5%, si è scaricata sui bassi salari e pensioni presenti nella nostra Provincia, a questo si è aggiunta la difficoltà a pagare mutui e affitti e a trovare casa, in uno scenario dove abbiamo visto l’aumento di condizioni di precarietà (il 91,2% delle assunzioni è con contratti precari) e di incertezza sul lavoro determinata anche da un aumento della cassa integrazione pari al 18,9% nei primi 9 mesi dell’anno che ha inciso in particolare nella metalmeccanica artigiana e nel distretto del calzaturiero del Rubicone. In aggiunta i mancati ristori per i danni dell’alluvione hanno complicato ulteriormente lo scenario per una parte della cittadinanza».

Su quali fronti siete stati maggiormente impegnati?

«Siamo stati ovunque nelle piazze e ai tavoli di trattativa; sui posti di lavoro e nei territori , abbiamo cercato di fare squadra con l’associazionismo locale, abbiamo stimolato le forze politiche e le istituzioni nelle discussioni dei consigli comunali, nei tavoli provinciali e prefettizi e siamo stati presenti anche nelle aule giudiziarie costituendoci come parte civile nei processi dei morti sul lavoro come nei processi per caporalato; insomma abbiamo cercato di essere ovunque le lotte per i diritti dei lavoratori hanno avuto bisogno di affermarsi».

Ci fa alcuni esempi?

«Abbiamo raccolto 66.360 firme nei 4 quesiti referendari, uno sforzo immane , 4 milioni a livello nazionale, a cui si è aggiunta la campagna di raccolta firme contro l’autonomia differenziata. Ci siamo mobilitati per la Pace, e per la raccolta fondi per Gaza, abbiamo manifestato per i diritti delle donne, contro il Ddl sicurezza che restringe le libertà, per difendere il lavoro, aumentare i redditi e contrastare il malaffare. Abbiamo dato voce alla romagna alluvionata e poi ancora scioperato per la salute e la sicurezza sul lavoro e per i rinnovi dei contratti nazionali di lavoro».

In concreto quali sono stati i risultati più significativi ?

«Dopo anni di grandi difficoltà, il 2024 è stato l’anno di rinnovo di molti contratti nazionali, con aumento di reddito in media di 191 euro e punte che superano i 300 euro mensili. Ne cito solo alcuni: dagli alimentaristi, ai chimici, al legno fino arrivare al terziario sia nel commercio che nella ristorazione collettiva , poi ancora la vigilanza, la sanità, oltre che gli aumenti della parte economica nella metalmeccanica. Nonostante questo ci sono ancora contratti scaduti e il tema salariale è prioritario, serve una legge sulla rappresentanza e sul salario minimo, insisteremo con il Governo perchè affronti seriamente questo tema e perché anche come datore di lavoro pubblico dia il buon esempio, cosa che non sta facendo».

E nel territorio?

«Siamo il primo sindacato indiscusso in quasi tutti i settori, anche negli ultimi rinnovi delle Rsu, da Electrolux all’Igiene ambientale, i lavoratori ci hanno premiato. Abbiamo visto il rinnovo di tanti contratti integrativi aziendali, discusso con tutti i trenta comuni per migliorare i servizi alla cittadinanza e poi ancora vertenze per difendere i posti di lavoro, e tanta tutela con i nostri sportelli per le persone fragili; abbiamo riaperto sedi nei territori come a Longiano e a Santa Maria Nuova, oggi abbiamo 32 sedi in 30 Comuni. Risultati importanti ma il nostro obiettivo è estendere la contrattazione ad una platea maggiore e arrivare dove per noi è più difficile, dove non si applicano i contratti, dove c’è sfruttamento dal turismo, all’agricoltura, alla logistica fino al mobile imbottito sul quale con le Istituzioni e le associazioni di categoria c’è molto da fare».

Nel 2025 cosa si aspetta?

«Siamo un territorio forte e coeso, ma la crisi che sta arrivando ci preoccupa moltissimo. Nel 2025 saremo chiamati ad un doppio impegno , difendere il lavoro , i redditi e i diritti e occuparci del paese con la campagna per i Referendum promossi dalla Cgil su sicurezza sul lavoro, contrasto alla precarietà e tutele in caso di licenziamento illegittimo, il referendum contro l’autonomia differenziata e quello sulla cittadinanza , un quarto dei nuovi nati nella nostra provincia sono cittadini stranieri, non possiamo continuare a voltarci dall’altra parte, serve una vera inclusione».

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