Forlì. Gelate notturne, produzione di frutta a rischio. In azione gli impianti antibrina

Le gelate notturne fanno tremare gli agricoltori. L’ abbassamento repentino delle temperature che nelle ultime due notti sono andate fino a quattro gradi sotto lo zero, fanno temere per la produzione. Il rischio, infatti, è che il freddo abbia compromesso molti fiori con un conseguente calo produttivo.

Le temperature insolitamente miti che hanno caratterizzato i primi due mesi dell’anno, hanno fatto schiudere le gemme tanto che anche nei campi del forlivese peschi e albicocchi sono già in fiore. «Tutti alberi fruttiferi come pesche, susine, albicocche sono in piena fioritura – esemplifica Andrea Ferrini, vicepresidente di Coldiretti Forlì-Cesena - e in alcuni casi sono già presenti piccoli frutti». Il repentino calo delle temperature ha poi esposto le piante al rischio di gelate. Da qualche notte, dunque, i produttori agricoli sono ricorsi all’utilizzo di mezzi antibrina nel tentativo di difendere le coltivazioni. «Tutte le aziende che si sono dotate di impianti antibrina li utilizzano da almeno due notti - spiega Ferrini -. Tra questi ci sono le ventole che invertono il flusso di aria in quota spingendo verso il basso l’aria calda degli strati superiori».

Si tratta di vere e proprie pale posizionate nei campi che in molti quartieri sono state percepite dai residenti come se ci fosse la presenza costante di elicotteri in volo. «Viene anche utilizzata l’acqua che, per un passaggio di stato da liquido a solido, libera energia e produce un aumento delle temperature che difendono dalle brinate stesse. È ovvio che, più intensa è la gelata, meno efficaci sono tali strumenti di difesa». Sono dunque notti insonni per i produttori agricoli che scrutano il meteo con preoccupazione, «Siamo di fronte all’ ennesima gelata che ormai è diventata sistemica trattandosi del terzo anno su 5 – prosegue Ferrini -. Non si tratta quindi più di un evento sporadico ma sistemico». Nella zona di Villafranca nelle notti scorse la colonnina di mercurio è scesa a -4 mentre in altre aree pianeggianti si è fermata a -2.

«La preoccupazione è legata alla durata prolungata delle basse temperature che sono registrate già prima della mezzanotte – dice Ferrini – . Il rischio è che se c’erano già feriti la prima notte, questi possano essere diventati morti con le brinate della notte successiva».

Le previsioni del tempo dei prossimi giorni spostano il focus delle preoccupazioni. «Le temperature dovrebbero risalire ma, purtroppo, dovrebbero tornare le piogge – conclude il vicepresidente di Coldiretti Forlì – e l’acqua, su un terreno martoriato come il nostro, potrebbe rimettere in moto, soprattutto in collina, le frane».

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