Forlì, festa per Ido Erani e omaggio a Dino Amadori FOTOGALLERY

Forlì
  • 15 febbraio 2025

Sono stati i saloni della Prefettura ad accogliere, giovedì, una festa doppia, anzi tripla. Il pittore forlivese Ido Erani con l’evento “Amore, arte e vita” ha celebrato infatti insieme ad amici e autorità i suoi ottant’anni e i... primi sessanta di attività artistica. «Mi diverto ancora molto a dipingere» ha affermato Erani. L’artista ha anche voluto ricordare, a cinque anni dalla scomparsa, Dino Amadori, maestro dell’oncologia italiana, fondatore nel 1979 dell’Istituto oncologico romagnolo e nel 2007 dell’Istituto romagnolo per lo studio e la cura dei tumori.

Al presidente dello Ior, Luca Panzavolta, e alla presenza di Giovanni Amadori, figlio di Dino, Erani ha donato un “Ritratto al prof Amadori”, realizzata con la tecnica dell’affresco. È questa infatti una delle caratteristiche della pittura dell’artista nato a Santa Sofia nel 1945, una tecnica complessa e antica che permette però di ricavare dai materiali particolarissimi effetti coloristici. Molte le testimonianze sull’opera di Erani: dai galleristi come Antonio La Gioia che ha annunciato la prossima mostra ospitata al vescovado di Bari, a Davide Dell’Amore, direttore sanitario di “Ospedali privati Forlì”, che ha citato “Soul care”, la mostra suggerita dall’artista e dalla moglie Giuliana Grilli, molto sensibile alle tematiche della salute e della cura, ospitata nelle case di cura della città. «Tanta la bellezza in quei quadri – ha commentato Dell’Amore –, un antidoto al senso di tristezza, isolamento e paura che dominano i nostri tempi». Ma molti hanno parlato anche di Dino Amadori, in primo luogo proprio il padrone di casa, il prefetto Rinaldo Argentieri: «Amadori ha reso dicibile una malattia senza nome e senza cura: tanto che oggi si può nominarla senza paura, con la speranza di uscirne...». Commosso anche il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, che ha ricordato Amadori come «un amico, un maestro che mi ha... “intelligentito”! E soprattutto il ricercatore e il medico che ha permesso a me e a tanti altri di avere una prospettiva, di fronte a quella che invece era sempre stata una condanna a morte».

«In un momento carico di emozione, anche a nome della Associazione Dino Amadori – dice Giovanni Amadori, figlio dell’oncologo – desidero esprimere la mia sincera gratitudine alla famiglia Erani per il toccante tributo dedicato a mio padre nel Salone di Rappresentanza della Prefettura, un luogo istituzionale che conferma lo spessore di mio padre. È stato un onore partecipare a questa celebrazione della sua vita professionale, che continua a ispirarci. Il tempo sembra volare, ma la sua presenza è vivida e palpabile in tutta la nostra comunità. Le sue opere, vere e proprie pietre miliari, non rappresentano solo un ricordo, ma sono parte integrante del nostro presente e, soprattutto, del nostro futuro. Il suo nome vive e vivrà per sempre nei cuori di tutti noi».

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